Continua il botta e risposta tra Sony Computer Entertainment e gli hacker che voglio bucare le difese della PlayStation 3, sfruttando le chiavi rese pubbliche da GeoHot . A quanto pare, l’ultimo firmware rilasciato dal colosso giapponese, il 3.60, opta per un nuovo sistema che riesce a mettere i bastoni tra le ruote della pirateria, anche senza l’aiuto dei codici contro l’avvio di software illegittimo.
Come noto, le fondamenta della sicurezza PS3 sono state letteralmente demolite all ‘inizio dell’anno , quando l’hacker George Francis Hotz ha rivelato al mondo la root key “METLDR” della PS3, e non sarà possibile risolvere il problema della cifratura privata con un semplice aggiornamento firmware. In attesa di un restyling hardware, la Sony sta però tentando altre vie.
È lo stesso Youness Alaoui, coder conosciuto col nickname KaKaRoToKS , ad ammettere il risultato ottenuto con questo nuovo aggiornamento. Per il momento sembra che le difese della console siano state ripristinate sul serio. Dongle USB, copie di backup, homebrew e trucchi sul PSN non funzionano più, utilizzando i vecchi sistemi. Secondo l’hacker, questo non significa che non si possa trovare un exploit tutto nuovo che sblocchi anche il firmware 3.60.
Chi ha aggiornato la console non potrà più tornare indietro con il downgrade, ma chi ha sbloccato la macchina attenderà un versione “custom” dei prossimi firmware. Sony è ben cosciente del fatto che questo successo potrebbe essere soltanto temporaneo, dato che da anni combatte una battaglia simile su PSP. Per questo motivo, sembra che l’azienda stia provando ad assumere gli esperti della scena underground per formare un team anti-pirateria .
Stando al rumor pubblicato su Kotaku.com , la divisione USA di Sony Computer Entertainment avrebbe appena offerto all’hacker Koushik Dutta una posizione di ingegnere software nella divisione di Ricerca & Sviluppo. Il programmatore di Seattle dichiara di aver gentilmente rifiutato il lavoro perché, arrivati a questo punto , non può più esserci pace tra Sony e la community hacker.
Roberto Pulito