Plutone è stato un pianeta del sistema solare dal 1930, anno della sua scoperta, fino al 2006 quando la International Astronomical Union (IAU) ne aveva decretato il declassamento . Certo era il più piccolo, aveva un’orbita particolare ed era il più distante tra i nove che popola(va)no il nostro Sistema Solare.
Per Mark Sykes queste caratteristiche non avrebbero invece dovuto attentare al rango di Plutone come pianeta a tutti gli effetti. Secondo lo scienziato del Planetary Science Institute in Tucson in Texas, l’unica condicio sine qua non affinché un pianeta possa essere considerato tale è la forma sferica.
Nel proporre una sistema di classificazione planetaria più snello, Sykes confida nelle missioni scientifiche attualmente in rotta verso Plutone e Cerere , altro planetoide appartenente alla categoria dei nani , in cui Plutone era stato retrocesso tre anni fa. Gli studi potrebbero, secondo quanto affermato dallo scienziato, confermare che questi corpi celesti non siano esattamente degli ammassi rocciosi di scarso interesse come crede la maggior parte della comunità scientifica.
Qualche mese fa la questione riguardante la posizione sociale del piccolo pianeta aveva tenuto banco quando lo stato dell’Illinois (dove nacque Clyde Tombaugh, scopritore del pianeta) lo aveva simbolicamente riabilitato nel suo ruolo originale, anche per questioni di orgoglio nazionale.
Ad ogni modo nel 2015, quando la sonda New Horizons lanciata dalla NASA raggiungerà Plutone, si potrà assistere a nuovi sviluppi di questa vicenda di portata planetaria. Sykes è infatti convinto che i risultati delle ricerche condotte sul pianeta più lontano non faranno altro che rafforzare le sue credenziali in vista di un suo ipotetico reinserimento nel firmamento che conta.
Giorgio Pontico