Milano – Le Public Utilities italiane sul fronte dell’informatica rappresentano un settore di grande interesse per il forte sviluppo che può avere e per le necessità importanti a cui l’informatica può dare una risposta. Eppure la situazione attuale appare tutt’altro che brillante, secondo un rapporto presentato ieri da Assintel.
Assintel ha basato il proprio lavoro su due fronti. Da un lato sono state intervistate 218 imprese che operano sulla base di una “rete” per la fornitura di gas, energia elettrica e acqua o che sono impegnate nell’erogazione di servizi di trasporto pubblico, con l’obiettivo di identificare il livello di utilizzo della tecnologia e di impegno in attività innovative. Dall’altro, al fine di definire la struttura dell’offerta in questo comparto, è stato intervistato un campione formato da 800 terze parti quali Var, System Integrator, Rivenditori e Società di Software e Servizi.
Le Public Utilities intervistate sono prevalentemente di dimensioni medio-piccole: circa l’80 per cento di queste infatti conta meno di 200 dipendenti e il 61,5 per cento di esse dichiara di aver realizzato nel 2001 un fatturato inferiore a 12.5 milioni di euro.
I dati complessivi del campione mostrano che soluzioni e applicazioni software quali Billing (45,7 per cento), ERP (34,9 per cento), CRM (14,2 per cento), Business Intelligence e DataWarehousing (10,1 per cento), e-Procurement (4,6 per cento) sono poco diffuse e ciò è dovuto soprattutto al fatto che le stesse imprese non hanno ancora percepito l’importanza di ottenere un elevato livello di efficienza interna, né la possibilità di raggiungere tale obiettivo grazie a soluzioni tecnologiche.
Inoltre, nelle strutture dove queste soluzioni sono presenti, vengono comunque prevalentemente gestite da risorse interne, e sebbene l’83,9 per cento delle imprese intervistate si avvalga di dipendenti che operano all’esterno e che hanno dichiarato utilizzare telefoni cellulari (91,2 per cento), dispositivi per la lettura dei consumi (52,4 per cento) e i PC portatili, solo il 24,5 per cento degli stessi è abilitato ad accedere alle applicazioni aziendali attraverso queste tecnologie.
La diffusione del collegamento ad Internet nelle Public Utilities è ormai abbastanza capillare (93,1 per cento); mentre meno frequente è l’uso di reti Intranet (44,5 per cento) ed Extranet (9,6 per cento).
Il 58,7 per cento delle imprese intervistate possiede un sito Web, mentre il 19,7 per cento ne prevede l’implementazione. Le applicazioni presenti sui siti variano a seconda del particolare settore di attività: in generale l’indagine ha evidenziato una maggiore presenza di profili aziendali (73,7 per cento), indirizzo e-mail per richiesta di informazioni (71,9 per cento) e presentazione dei servizi offerti (70,8 per cento).
L’uso di sezioni protette da password è ancora poco diffuso (presenti circa nel 10 per cento dei casi), così come l’offerta di servizi on line (pagamento bollette nel 10,1 per cento dei casi; visualizzazione consumi nel 10,1 per cento; calcolo del percorso nel 26,2 per cento). Esistono però alcuni tentativi di creare comunità on line attraverso newsletter (28,6 per cento) e di raccogliere informazioni generiche legate agli interessi della internet community (38,6 per cento).
Solo il 3,5 per cento delle imprese intervistate ha dichiarato di essere in possesso della licenza per realizzare attività di cablaggio e le restanti non hanno mostrato l’intenzione di dotarsene nel breve periodo. L’1,8 per cento ha invece già perfezionato accordi con enti o società in possesso di tale licenza; questa strategia è stata presa in considerazione anche da un ulteriore 10,8 per cento che dichiara di avere progetti in proposito.
L’obiettivo finale delle Public Utilities che hanno sviluppato un’attività di cablaggio è l’offerta di servizi (53,6 per cento) anche se non vengono sottovalutate né la posa della fibra su richiesta (25 per cento), né la rivendita di capacità di banda (25 per cento). I destinatari di questa offerta sono principalmente gli utenti finali (85,7 per cento), ma anche le società di Telecomunicazioni (14,3 per cento) e altri clienti (14,3 per cento).
E’ importante però notare che l’unica tipologia di imprese che già offre o offrirà servizi basati su infrastrutture di fibra ottica è quella delle multiutilities, società che registrano di norma più di 200 dipendenti e i cui principali servizi sono: fonia, trasmissione dati, Internet e servizi multimediali. La fornitura di tali servizi avviene o avverrà in modo diretto nel 20 per cento dei casi ed indiretto nel 40 per cento; il rimanente 40 per cento delle imprese non ha ancora pianificato la modalità con cui effettuerà la fornitura.
A conferma del fatto che il mercato è ancora in evoluzione, solo il 15,6 per cento delle aziende intervistate che sviluppano software o erogano servizi, ha dichiarato di possedere competenze specifiche nel settore delle Public Utilities.
Il business di tali aziende inoltre è più frequentemente focalizzato in attività quali la fornitura di servizi IT/ICT (94,4 per cento), la rivendita di tecnologie ICT (75,2 per cento) e lo sviluppo di software proprio (24 per cento). Le tipologie di software offerte in prevalenza da questi operatori sono quelle verticalizzate per settore applicativo (73,3 per cento) e quelle di gestione d’impresa (33,3 per cento). Per quanto riguarda i servizi, invece, quelli principalmente offerti sono lo sviluppo software nell’88,1 per cento dei casi e la manutenzione/assistenza/supporto nel 42,8 per cento.
Dall’indagine emerge che le aziende che offrono soluzioni per le Public Utilities focalizzano la propria offerta o solo per settore (53,6 per cento) o sia per settore che per area applicativa (46,4 per cento).
Le conclusioni che si possono trarre da questi dati confermano che nelle Public Utilities è ancora piuttosto basso il grado di adozione della tecnologia, sebbene si possano rilevare alcuni casi isolati di implementazione significative. Quasi la metà di queste aziende è sprovvista di applicazioni ERP, Billing, CRM, Data Warehouse e Business Intelligence. Il fatto stesso di operare in un mercato che fino ad oggi era poco concorrenziale, ha portato queste aziende a non comprendere appieno la strategicità delle tecnologie informatiche per rendere le attività interne più efficienti e quindi più competitive.
Diverso invece è lo scenario se si considerano le attività realizzate tramite Web, in questo caso infatti la presenza dei siti, anche se utilizzati solo per presentare l’azienda e i servizi offerti, supera quella dei diversi applicativi aziendali. I progetti di cablaggio, infine, non rappresentano ancora una priorità di queste imprese.