In pochi usano davvero l'AI di ChatGPT, lo studio

In pochi usano davvero l'AI di ChatGPT, lo studio

Secondo un studio, nonostante l'interesse mediatico, pochissimi utenti utilizzano concretamente strumenti di intelligenza artificiale come ChatGPT.
In pochi usano davvero l'AI di ChatGPT, lo studio
Secondo un studio, nonostante l'interesse mediatico, pochissimi utenti utilizzano concretamente strumenti di intelligenza artificiale come ChatGPT.

Le big tech come Apple, Microsoft, Google e Meta stanno investendo somme enormi nello sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa, vista come la gallina dalle uova d’oro in grado di cambiare il futuro della tecnologia.

Apple per esempio, ha dirottato i suoi fondi dal progetto per la guida autonoma alla ricerca sull’AI, e secondo voci accreditate starebbe per firmare un accordo con OpenAI per integrare ChatGPT sull’iPhone.

Microsoft invece, grazie anche agli investimenti nell’AI, ha superato Apple diventando la società con la maggiore capitalizzazione di mercato al mondo, raggiungendo un valore di oltre 3.000 miliardi di dollari. Per Microsoft l’intelligenza artificiale potrebbe rappresentare una svolta epocale paragonabile al momento di svolta di Apple con l’iPhone.

L’adozione dell’AI tra il pubblico: il divario tra clamore e utilizzo effettivo

Nonostante l’enorme clamore suscitato dall’intelligenza artificiale, un nuovo studio del Reuters Institute e dell’Università di Oxford rivela che solo una piccola percentuale di persone utilizza, effettivamente, gli strumenti di AI. Su un campione di 12.000 individui in sei Paesi (USA, Argentina, Francia, Regno Unito, Danimarca, Giappone), solo il 2% dei partecipanti ha dichiarato di utilizzare quotidianamente strumenti come ChatGPT.

La ricerca ha evidenziato una maggiore propensione all’utilizzo dell’AI tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni, più inclini a integrare questa tecnologia nella loro routine. Tuttavia, come sottolineato dal dottor Richard Fletcher, autore principale del rapporto, il clamore mediatico intorno all’intelligenza artificiale non riflette necessariamente l’interesse e l’adozione da parte del pubblico.

Dubbi e timori degli utenti sull’intelligenza artificiale

Le riserve degli utenti nei confronti dell’AI sembrano essere legate principalmente a questioni di privacy, sicurezza e casi d’uso applicabili. Un esempio emblematico è rappresentato dalla funzione AI Windows Recall di Microsoft, che dovrebbe essere introdotta su Windows 11 a giugno.

Questa funzione, concepita come una sorta di capsula del tempo che cattura istantanee delle attività svolte sul PC, ha suscitato preoccupazioni riguardo alla privacy e alla sicurezza dei dati, nonostante le rassicurazioni di Microsoft sulla natura facoltativa dell’esperienza e sull’assenza di utilizzo dei dati per l’addestramento dei modelli.

Nonostante le perplessità degli utenti, l’AI generativa chiaramente, continua a destare grande interesse. Ne è la dimostrazione il lancio da parte di OpenAI del suo nuovo modello di punta GPT-4o, dotato di capacità di ragionamento su testo, audio e immagini in tempo reale, che ha coinciso con il picco di download di ChatGPT sui dispositivi mobili.

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Pubblicato il
31 mag 2024
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