Politica e innovazione, la storia dietro le quinte di Stefano Quintarelli

Politica e innovazione, una storia dietro le quinte

Un racconto della politica dietro le quinte, di come si può fare innovazione agendo nel solco del compromesso e di un'alta concezione della Democrazia.
Politica e innovazione, una storia dietro le quinte
Un racconto della politica dietro le quinte, di come si può fare innovazione agendo nel solco del compromesso e di un'alta concezione della Democrazia.

C’è chi pensa che la politica si faccia in tv o nei salotti, nelle stanze segrete o in Transatlantico, tra le righe dei comunicati ufficiali o nei video pubblicati su Facebook. Tutta questa coltre di fumo nasconde in realtà i meccanismi oliati e complessi di una macchina meravigliosa, piena di pesi e contrappesi che, pur se apparentemente inutili e validi soltanto a dar peso alla burocrazia, rappresentano invece l’eredità culturale di secoli di lotta in difesa della democrazia. C’è dunque una cosa da fare prima di andare a votare alle prossime elezioni, prima di giudicare il politico di turno, prima di sposare la prossima stagione politica, prima di postare la prossima invettiva: leggere questo post.

Si tratta infatti del post di commiato di Stefano Quintarelli, nome noto “da queste parti”, da chi respira web e innovazione da qualche anno di più. Un nome prima protagonista nell’impresa, quindi nel dibattito pubblico, quindi sceso in campo con Mario Monti per tentare di portare il suo bagaglio di esperienza e competenze al servizio della cosa pubblica. Un post che ha molto da raccontare ed insegnare, ma soprattutto che può aprire gli occhi su cosa ci sia dietro quella coltre di inutilità che nasconde alla nostra vista quella cosa che bisognerebbe tornare a scrivere con la lettera maiuscola: la Politica.

Una storia, tante storie

“Mò scendo”, ha scritto Stefano Quintarelli. Mò scende, lascia il treno sul quale è salito negli anni in cui è stato al servizio del Paese, e lascia una testimonianza fondamentale per una retrospettiva di quanto accaduto in questo frangente.

L’importanza di questa lettura sta nel modo in cui si lega al contesto che abbiamo intorno a noi. Quando andrai ad inserire il tuo SPID per ottenere il tuo prossimo bonus, capirai cosa c’è dietro quel meccanismo: forse c’è anche qualche tua invettiva gratuita e ingenerosa, della quale magari potresti pentirti. E quando tra qualche giorno inizierai a scaricare GRATIS dalla tua scrivania un certificato anagrafico per il quale altrimenti avresti dovuto spendere tempo e denaro, saprai che tutto questo nasce dall’ANPR e che tutto ciò è frutto di un duro lavoro che ha smosso mille delicati meccanismi.

Nulla è semplice ed in ogni passaggio, soprattutto, c’è molta umanità da comprendere.

SPID

Lo SPID è uno dai tasselli centrali di questa storia perché in sé ha tutto. Per capirlo bisogna però fare un piccolo passo indietro, nel racconto dello stesso Quintarelli:

Il 29 aprile Enrico Letta si presentò alla Camera per ottenere la fiducia. Quella mattina a Milano diluviava. Andando in aeroporto la mia auto partì in aquaplaning ed abbracciò un palo della luce di Viale Forlanini proprio all’altezza del mio posto di guida. L’impatto mi ruppe quasi tutte le costole sinistre e mi frantumò il ginocchio; il contraccolpo laterale mi ruppe quattro vertebre, di cui una esplosa. Subii numerosi interventi chirurgici anche a causa di lesioni interne e non ringrazierò mai abbastanza il personale del reparto di Chirurgia delle urgenze dell’Ospedale San Raffaele, guidato dal grande Prof. Michele Carlucci che con competenza e dedizione mi salvarono la vita.

Ritornai stabilmente il 25 febbraio 2014, dieci mesi dopo l’incidente. Non posso non ringraziare i dottori Claudio Zorzi e Piero Volpi (Ospedale di Negrar e Humanitas) che in fasi successive seguirono la mia riabilitazione e in particolare Roberta Widmann della Casa di cura Eremo di Arco. Senza di loro non so se sarei tornato a camminare normalmente. Nelle classifiche pubblicate dai giornali – ovviamente – risultai il più assenteista del Parlamento, una lezione che mi mostrò quanto una lettura superficiale dei dati e la mancanza di conoscenza dell’attività dei parlamentari, abbia alimentato la sfiducia nelle istituzioni (i dati di presenza pubblicati dai giornali non tengono conto delle assenze per malattia ma solo per gravidanza).

Un brutto incidente, una difficile riabilitazione, le critiche gratuite e violente, infine il ritorno. Così:

Il 12 Marzo, a legislatura non ancora iniziata (iniziò il 15) rilasciai una intervista in cui indicavo come prioritaria la realizzazione di un sistema di autenticazione federato con valore legale, oggi SPID. Iniziai a lavorarci subito, condividendo la cosa con gli Oonn. Paolo Coppola, Antonio Palmieri e qualche altro neo collega di altri partiti, con una rappresentanza di aziende del settore ICT e di alcuni esperti.

Mentre ero nei vari ospedali, e mentre i giornali mi additavano come il recordman dell’assenteismo, per quanto riuscivo, mi collegavo da remoto per seguire i lavori della Camera, presentavo emendamenti e lavoravo a proposte di legge, tra cui, in particolare, quella di SPID grazie al contributo dell’amico e maestro Alessandro Osnaghi, che venne più volte a trovarmi.

Stefano Quintarelli

Stefano Quintarelli durante la riabilitazione

Ecco dove nasce lo SPID: in un letto di ospedale, dove “ai primi di luglio venne a farmi visita l’amico Francesco Caio che Enrico Letta aveva da poco nominato Commissario per l’attuazione dell’Agenda Digitale“. Una scintilla da cui ha inizio il tutto: “Discutemmo dell’importanza del sistema di autenticazione/identità digitale che ovviamente lo trovò favorevole. Fu così che SPID, da proposta di legge in corso di redazione, prese la corsia di sorpasso, diventò un articolo in un decreto legge e poi legge convertita“.

Un lavoro singolo, imposto, semplice e frutto di un file di Word su cui scrivere articoli che poi diventeranno legge di Stato? No, anzi: un lavoro collettivo, complesso e frutto di un lavoro di squadra mai banale, mai semplice e sempre improntato sul principio collettivo che è alla base della Democrazia:

In una democrazia le cose non vanno mai come vuole un singolo, ma vanno secondo il punto di equilibrio locale della migliore composizione possibile di interessi diversi. Questo perché la democrazia è anche parcellizzazione del potere che deriva dai principi di uguaglianza e libertà.

SPID non è come avrei voluto io, ma è il miglior compromesso possibile.
Compromesso, in democrazia, è una parola alta.

Mentre i post sciorinavano invettive contro l’assenteismo e i “cambiacasacche”, insomma, c’era un grande lavoro in background che non arrivava alle cronache quotidiane, che non trovavano ospitate televisive, che non scalavano le classifiche dei follower, ma che stavano plasmando SPID e Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente.

Dentro la macchina

Chi aveva imparato a conoscere Stefano Quintarelli prima del suo impegno politico, già ne apprezzava le capacità analitiche e le competenze, ma troppo spesso tali caratteristiche restano al di fuori della politica proprio per la difficile vendibilità delle stesse in tempi in cui la visibilità è ben più preziosa nel segreto delle urne. Una serie di circostanza ha però voluto che Mario Monti lo chiamasse in causa, che una particolare stagione politica creasse l’opportunità e che si arrivasse così a portare Stefano Quintarelli in Parlamento.

Camera dei Deputati: la postazione di Stefano Quintarelli

Camera dei Deputati: la postazione di Stefano Quintarelli

A cosa serve la competenza tra quei banchi? Come la si può mettere al servizio del sistema Italia? Non certo come molti immaginano, ossia tra colpi di mano e colpi di spugna, imponendo la competenza sui temi specifici come diktat autoritario ed elettivo. La democrazia non è un’autostrada, ma una corsa ad ostacoli da correre insieme ad altri:

La prima cosa da capire è che è molto raro che si riesca a fare qualcosa da soli, rarisssimo (con tre s). Si partecipa, si interviene in processi che coinvolgono tante persone e si dà il proprio contributo. Talvolta si è leader del processo, talvolta spalla, talvolta gregario. Quando si propone un testo, intervengono emendamenti di molti colleghi. Un impulso a cercare di ottenere l’approvazione di emendamenti è il riconoscimento che il politico ne ottiene presso la sua base elettorale e nelle classifiche di produttività dei parlamentari che vengono pubblicate dai media. Tutto utile per una prossima campagna elettorale. Nel mio caso, non ero interessato a farmi bello con il mio capogruppo/leader politico/base elettorale perché non puntavo alla rielezione. Ciò mi ha consentito di stringere rapporti con tanti colleghi, appartenenti a tutti i gruppi politici, sfornando emendamenti che loro potessero fare propri presentandoli a proprio nome e lavorando poi per convincere chi doveva valutarli che quegli emendamenti erano buoni e andavano approvati.

E poi c’è dell’altro, altrettanto prezioso: sfruttare la propria competenza per evitare che l’incompetenza (o la semplice superficialità, o l’incapacità di studiare il tema prima di metterci mano, o l’interventismo strumentale) possa far danni:

Oltre all’attività propositiva, una attività che richiede molta attenzione e lavoro è l’attività interdittiva. Ovvero riuscire a scoprire atti presentati da uno qualsiasi dei quasi mille parlamentari (che ha ovviamente il diritto di presentare qualunque cosa ritenga giusto), controllarne l’evoluzione e, non appena si mettesse in moto l’iter di approvazione, intervenire per bloccare le sciocchezze.

Gli atti di sindacato ispettivo (interrogazioni parlamentari) servono per chiedere al governo, al ministro interrogato, aspetti non pubblici sull’operato del loro ministero. Non producono effetti diretti significativi, ma rientrano nell’attività istituzionale del Parlamento che dà la fiducia al Governo e ha il compito di controllarne l’operato. Sono quindi un segnale che c’è qualcuno che sta guardando il manovratore. Càpita che ciò sia sufficiente per farlo manovrare meglio.

La chiamata nel comitato di indirizzo AgID (ora cancellato) è stato l’ultimo tassello di questo percorso.

Se oggi non dobbiamo consegnare una carta di identità ogni volta che ci colleghiamo a una rete Wifi pubblica; se oggi possiamo usare uno SPID per chiedere bonus o accedere al sito INPS; se oggi possiamo accedere ad una banca dati anagrafica unica nazionale e digitale; se oggi possiamo avere un Codice Amministrazione Digitale con mille vantaggi per la PA ed i cittadini; se oggi abbiamo una concezione più alta sul tema Device & Network Neutrality; se abbiamo una Camera dei Deputati più efficiente grazie al digitale; se abbiamo portato avanti il tema della Web Tax fino ai primi odierni risultati; se questa e molte altre cose sono state possibili, tra molti “fallimenti di successo” e qualche vicolo cieco abbandonato tra gli archivi della Camera, lo si deve ad una singola persona che ha lavorato per lo Stato mettendo a disposizione quel che aveva in dote.

Qualche giorno fa, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto legge soppressivo del Comitato di indirizzo dell’AgID si è definitivamente conclusa la mia stagione di contributo alla cosa pubblica, un’esperienza che, come ho scritto all’inizio, auguro a tutti.

La sovranità appartiene al popolo, recita il primo articolo della nostra Costituzione, ed è bene ricordarsi che il sovrano non deve solo comandare, ma anche prendersi cura della nazione. Quel potere distribuito che ci assicura la democrazia va quindi considerato in entrambe le accezioni possibili nella nostra lingua: quella del sostantivo che ci permette di operare le scelte, di solito tramite il voto e la delega con la rappresentanza, e quella del verbo, il potere di fare, che ci permette di dare un contributo, in prima persona.

La prossima volta che andrai a votare, la prossima volta che leggerai un post sull’anti-politica, la prossima volta che guarderai un talk-show con i soliti ospiti a contendersi il tema del giorno, ricorda: nel frattempo gli ingranaggi della Politica stanno girando grazie a chi sta mettendo in campo le proprie competenze dietro le quinte.

A Stefano Quintarelli un doveroso in bocca al lupo per il futuro e un necessario ringraziamento per questo post.

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Pubblicato il
11 nov 2021
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