TikTok non accetterà pubblicità politiche sulla propria piattaforma. L’annuncio, che coinvolge anche l’area europea, giunge a distanza di poco tempo dalle accuse con cui si puntava il dito contro la censura mirata del servizio, tanto abile a permettere la propaganda cinese, quanto spietato nel fermare i leader non ben accetti oltre la Muraglia.
Niente politica su TikTok
La spiegazione formale è argomentata, ma si racchiude in un semplice concetto: TikTok è un ambiente giovane, fresco, creativo e divertente. La politica non è ben accetta da queste parti. Chi si presenta in giacca e cravatta, insomma, non fa del bene alla piattaforma e i danni sarebbero ancor maggiori se, dismessa la cravatta per qualche minuto, si tentasse di scimmiottare un linguaggio giovani pur di apparire simpatici e dialoganti. TikTok sceglie quindi di starne al di fuori, scommettendo sull’engagement dei veri video di veri giovani all’insegna di vero divertimento. Salubrità dell’ecosistema social, insomma, come unico obiettivo.
Così facendo TikTok si scarica della responsabilità di affrontare future campagne elettorali, pur al costo di rinunciare a parte degli introiti. Le altre piattaforme concorrenti hanno finora scelto una policy differente, improntata più all’apertura trasparente che non alla chiusura in toto: solo con il senno del poi si potrà capire quale sia stata la dottrina più efficace ed equilibrata.
Nel frattempo il messaggio ai politici italiani che vorrebbero la riforma dell’età minima per andare al voto è chiaro: se volete dare il voto ai 16enni, lasciate perdere i corsi di ballo ed impegnatevi nella fotografia: è su Instagram che potrete andare in cerca di elettorato, tra selfie e hashtag.