Il telefono del senatore Krzysztof Brejza è stato compromesso decine di volte nel corso del 2019, mentre guidando il partito di opposizione era impegnato nella campagna in vista delle elezioni parlamentari in Polonia. Alcuni dei messaggi sottratti dallo smartphone sono poi stati falsificati e utilizzati in modo ritenuto diffamatorio nei suoi confronti, diffondendoli attraverso la TV di stato.
Pegasus fa tremare il governo in Polonia
La chiamata alle urne ha visto la sua fazione politica uscire sconfitta per un pugno di voti. Il diretto interessato chiede ora di far luce sulla vicenda, ponendo un interrogativo: alla luce di quanto emerso, l’elezione dell’avversario è da considerare legittima oppure il processo democratico è stato influenzato in modo malevolo? Non è da escludere un intervento da parte dell’Unione Europea.
Lo spyware impiegato per penetrare nel dispositivo è risultato ancora una volta il ben noto Pegasus, confezionato dalla software house israeliana NSO Group e già in azione tra gli altri negli Stati Uniti e in Spagna. A rivelarlo un articolo di Associated Press.
Secondo i ricercatori del team Citizen Lab, lo smartphone è stato violato ben 33 volte in pochi mesi, nel periodo compreso tra il 26 aprile 2019 e il 23 ottobre 2019. I presunti responsabili degli attacchi, identificati dalla vittima e dagli altri esponenti a lui vicini colpiti (il pubblico ministero Ewa Wrzosek e l’avvocato Roman Giertych), respingono ogni accusa al mittente definendola falsa e infondata.
Anche il Garante Privacy italiano si è interessato alla questione, mettendosi la scorsa estate in contatto direttamente con lo sviluppatore israeliano, al fine di raccogliere informazioni e dettagli relativi alle modalità di impiego dei dati raccolti e ad eventuali clienti riconducibili al nostro paese.