I vertici dell’Unione Europea e quelli della NATO stabiliscano linee guida da seguire per quanto riguarda il coinvolgimento di Huawei nella fornitura di infrastrutture e componenti per la realizzazione dei network mobile di prossima generazione. È la richiesta avanzata dalla Polonia, paese direttamente interessato da una questione che assume una portata sempre più globale, in seguito all’arresto di due persone accusate di spionaggio avvenuto la scorsa settimana.
La Polonia chiama in causa UE e NATO
Joachim Brudzinski, Ministro degli Affari Interni polacco, getta dunque benzina sul fuoco, facendo eco alla volontà già espressa dagli USA di non affidarsi ai prodotti del gruppo cinese per l’allestimento delle proprie reti. Un esempio seguito da altri stati. Lo stesso esponente del governo polacco ha affermato nel fine settimana a una testata locale che il paese intende continuare a cooperare con realtà provenienti dal territorio asiatico, confermando che la discussione sul tavolo al momento riguarda solo ed esclusivamente Huawei. Riportiamo di seguito un estratto della sua dichiarazione in forma tradotta.
Ci sono preoccupazioni in merito a Huawei anche all’interno della NATO. Avrebbe senso assumere una posizione comune, condivisa dai membri dell’Unione Europea e da quelli della NATO. Vogliamo relazioni positive con la Cina, proficue e costruttive per entrambe le parti.
Huawei, licenziato il dipendente arrestato
Nel frattempo Weijing Wang, responsabile delle vendite di Huawei per la Polonia arrestato nei giorni scorsi proprio con l’accusa di spionaggio, è stato licenziato dall’azienda. La posizione ufficiale del gruppo parla di una decisione presa perché il comportamento del suo ormai ex dipendente pone l’immagine della società in cattiva luce. Il comportamento di Wang che ha condotto all’arresto, va precisato, non è legato direttamente alla sua attività per Huawei. L’operazione ha fatto scattare le manette anche per un dipendente dell’operatore Orange Polska.
Una decisione delicata, all’alba del 5G
Considerando il ruolo svolto da Huawei nel mercato delle infrastrutture per la connettività mobile, chi si troverà a dover prendere la decisione di un eventuale esclusione dell’azienda dalla fornitura delle componenti lo dovrà fare con attenzione e senso di responsabilità. Quello cinese è uno dei player più importanti di un settore che proprio in questo periodo è interessato dalla corsa alla realizzazione dei network 5G.
La Polonia chiede che non siano i singoli operatori o i singoli paesi a pronunciarsi in merito, ma che UE e NATO calino dall’alto una sorta di codice di comportamento, dopo aver analizzato pro e contro di una misura potenzialmente in grado di stabilire nuovi equilibri nel settore.