La prossima evoluzione possibile del peer-to-peer via BitTorrent si chiama Popcorn Time , e diversamente dal quasi omonimo servizio in streaming made in Italy pesca a piene mani dai contenuti distribuiti via torrent senza la dovuta autorizzazione da parte dei detentori del diritto d’autore. Tanto da violare le condizioni del sito che ospitava l’installer, Mega , erede del Megaupload abbattuto dall’industria dei contenuti.
Popcorn Time è in sostanza una sorta di Netflix per pirati, un’applicazione che semplifica entro i limiti del possibile il processo di scoperta e selezione del contenuto cinematografico desiderato avviando lo streaming di detto contenuto contemporaneamente all’avvio del download/condivisione.
Alla base del funzionamento dell’applicazione c’è l’impiego della API di YTS-YIFY, il quinto sito di file sharing (su BitTorrent) più popolare al mondo (10 milioni di visite al mese) che garantisce a Popcorn Time accesso alla vasta libreria di film (con tanto di informazioni dettagliate, cover e quant’altro) messa a disposizione degli utenti.
Popcorn Time è un progetto open source e vanta al momento 50 sviluppatori che contribuiscono al suo codice, è rilasciato gratuitamente e non prevede sistemi che possano arricchire gli sviluppatori, come sottoscrizioni premium o advertising. Aspetti che, uniti all’avviso di “non responsabilità” visualizzato all’avvio e alla trasparenza con cui si presenta il servizio attribuendo agli utenti la responsabilità dell’upload dei contenuti, fanno ritenere agli sviluppatori di poter godere di una certa sicurezza da un punto di vista legale.
I creatori dicono di sentirsi tranquilli e perfettamente al sicuro dalle possibili minacce delle major cinematografiche, ma, a poca distanza dalla pubblicazione, la versione ufficiale e pre-compilata di Popcorn Time (ancora in fase di beta) è stata rimossa dai server di Mega. Non è dato sapere se nella rimozione ci sia o meno lo zampino di Hollywood. Certo è che si affollano i file di installazione alternativi, mentre gli sviluppatori sono all’opera per tornare a garantire una fonte ufficiale: che sia già finito il sogno dello streaming pirata a mezzo BitTorrent?
Alfonso Maruccia