Il tenore delle proteste contro la Riforma Copyright voluta dall’Unione Europea si sta rapidamente alzando con l’avvicinarsi delle scadenze ultime entro cui il testo può essere definitivamente adottato. Nelle ultime ore una ulteriore importante vetrina, non certo tra le più attese, si è aggiunta al coro dei contrari alla riforma: si tratta di PornHub, uno dei siti più frequentati e noti del mondo online a luci rosse, che ha voluto portare sulla propria homepage la protesta contro l’articolo 13.
Offrire alla protesta la homepage di PornHub significa sicuramente alzare prepotentemente i riflettori su questa iniziativa: il banner a sua volta rinvia al sito che fa il conto dei parlamentari europei già schieratisi contro la Riforma, invitando altresì a firmare la petizione contro la direttiva. Sono ad oggi già oltre 5 milioni i firmatari, sono circa 130 i parlamentari aderenti e l’entrata in tackle di PornHub non può che alimentare ulteriormente il dissenso contro i cosiddetti “upload filters” al coro di #saveyourinternet.
Nelle ore in cui PornHub aderiva all’iniziativa, anche Reddit e Twitch prestavano le proprie pagine alla protesta ed intanto quattro divisioni di Wikipedia (Germania, Repubblica Ceca, Danimarca e Slovacchia) seguivano l’iniziale esempio di Wikipedia in italiano portando in nero le proprie pagine per alzare ulteriormente il volume sul caso. Google, da parte sua, ha dato anzitempo la propria opinione: per YouTube potrebbe aprirsi una fase nuova e di più complessa sostenibilità poiché le responsabilità in capo alle piattaforme di upload, direttamente legate ai relativi oneri di un’improbabile verifica preventiva sui contenuti, sarebbero destinate a creare un’impasse irrisolvibile.
La vicenda della direttiva europea sul copyright è ormai nota: il braccio di ferro tra due modi differenti di intendere il copyright ha trovato il proprio climax nel testo approvato nei mesi scorsi e tutto si deciderà a questo punto il 27 marzo in occasione dell’ultima vera puntata di questa telenovela. Se la riforma dovesse essere adottata, diventerà il nuovo puntello legislativo dell’industria del copyright; se non sarà adottata, ma rinviata ad ulteriore esame, significherebbe mettere i destini della riforma nelle mani del Parlamento che uscirà dalle prossime elezioni europee.
Le pressioni dell’una e dell’altra parte sono destinate ad aumentare nei prossimi giorni, poiché i parlamentari europei dovranno a questo punto prendere singolarmente una decisione estremamente importante, dalla sicura impronta politica e dalle pesantissime ricadute potenziali.