Pornhub: lo stop di Visa e Mastercard, il re del porno è nudo

Pornhub perde pezzi: l'addio di Visa e Mastercard

Stop alle transazioni da parte dei due giganti: il sito XXX più visitato al mondo è nudo, bloccato di fatto il business legato ai pagamenti.
Pornhub perde pezzi: l'addio di Visa e Mastercard
Stop alle transazioni da parte dei due giganti: il sito XXX più visitato al mondo è nudo, bloccato di fatto il business legato ai pagamenti.

Con oltre 100 miliardi di video riprodotti ogni anno e più di 100 milioni di visite quotidiane, Pornhub è un gigante del porno online. La solidità del sito e del suo business potrebbero però essere minate da quanto accaduto questa settimana. Un report pubblicato dal New York Times ha focalizzato l’attenzione sulla presenza di video raffiguranti abusi. Immediatamente due colossi delle carte di credito come Visa e Mastercard hanno avviato indagini al fine di valutare se proseguire o meno la loro collaborazione con il portale.

Visa e Mastercard fermano Pornhub: il re del porno è nudo

La decisione è stata presa e ufficializzata oggi: stop alle transazioni. I due circuiti interrompono dunque ogni movimento di denaro da e per la società. A nulla sono servite le nuove misure di sicurezza introdotte in fretta e furia dalla piattaforma per scongiurare il rischio, imponendo il divieto di caricare video da parte degli utenti non verificati e impedendo il download delle clip, così da limitarne la successiva diffusione non autorizzata. La replica del sito non si è fatta attendere ed è affidata a un intervento sul blog ufficiale di cui riportiamo di seguito un estratto in forma tradotta.

La deludente notizia è di oggi è giunta solo due giorni dopo che Pornhub ha introdotto le modifiche più importanti di sempre per la sicurezza di una piattaforma popolata dai contenuti degli utenti, in aggiunta alle protezioni già esistenti. Gli utenti non verificati ora non possono caricare video, una policy che nessun altro servizio ha implementato. Solo quelli nei programmi Model e Content possono farlo e stiamo introducendo un nuovo processo di verifica che sarà attivo il prossimo anno così da permettere agli utenti di verificarsi ed eseguire upload.

Nel post anche una rassicurazione alla categoria dei sex worker che nella piattaforma hanno fin qui trovato una fonte di reddito e sostentamento.

Proseguiamo nel nostro lavoro per sostenere i diritti dei sex worker e con l’obiettivo di rappresentare una piattaforma per i creatori di contenuti, indipendentemente da dove si trovano, consentendo loro di caricare e monetizzare il lavoro svolto.

Ricordiamo che nel novembre 2019 era giunto anche lo stop del supporto da parte di PayPal. Problema risolto? Il mondo online è salvo? Nient’affatto. Se il nobile intento è quello di tenere contenuti dalla natura condannabile lontani dal Web, mettere in ginocchio il business di Pornhub non può che essere la punta dell’iceberg di un’operazione di più ampio respiro e che non può fermarsi qui, che dovrà necessariamente interessare la miriade di altri siti XXX in Rete. Altrimenti sarà solo una poco utile foglia di fico. Pornhub è uno dei siti hard più visitati al mondo (il terzo in classifica nell’aprile 2020), ma di certo non l’unico. L’industria dell’intrattenimento per adulti muove capitali enormi e chi ne fa parte non faticherà a trovare alternative, indipendentemente dalla legittimità della proposta.

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Pubblicato il
11 dic 2020
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