Non ci andranno giù leggeri i principali protagonisti dell’industria statunitense del porno. La loro sarà una mano pesante, che si abbatterà con violenza contro chiunque scarichi illegalmente materiale per adulti. Contenuti protetti dal copyright, prodotti da società che – come ogni cittadino o impresa – “pagano regolarmente le tasse”.
Dure parole sono state usate, ad irrigidire uno scontro a fuoco scatenato da Larry Flint Publications . Ovvero dalla storica società del noto magnate del porno che ha trascinato presso una corte del Texas un gruppo di 365 downloader . Tutti colpevoli di aver scaricato contenuti per adulti senza versare un centesimo di dollaro.
Una pratica divenuta fin troppo abituale, almeno per Allison Vivas , presidente della società specializzata Pink Visual . “La gente era disposta a pagare fior di quattrini per il porno – ha spiegato Vivas – ora sembra che la maggior parte degli utenti sia convinta che i contenuti per adulti siano gratuiti”.
Un vistoso cambiamento d’atteggiamento in pochi anni, sempre secondo Vivas . Ovviamente alimentato dalla sempre maggiore accessibilità garantita dalle attuali tecnologie. Ma i signori della pornografia sembrano avere un rimedio contro qualsiasi male causato dalla comunità del torrentismo .
“Sarebbe piuttosto imbarazzante per chiunque finire identificato all’interno di una causa legale – ha spiegato Vivas – soprattutto con l’accusa di aver scaricato illegalmente un film sui transessuali”. Lo sfruttamento delle risorse condivise online porterebbe dunque a rischi serissimi: svelare al mondo le proprie pulsioni morbose, le proprie passioni feticiste.
Mauro Vecchio