Sopiti i polveroni di Metaverso e criptovalute, inevitabilmente si forma una certa resistenza nell’opinione pubblica che tenta di capire se l’IA sia davvero una chiave di volta o se invece non possa essere ancora una volta un bagliore accecante dalla prospettiva prematura e limitata. Ci sono progetti, però, che dimostrano come l’IA abbia davvero abnorme potenziale e non soltanto per stupire chi ne sperimenta i prodigi sui primi tool online. Un esempio chiaro è la geniale iniziativa dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM), che proprio sfruttando i prodigi dell’IA ha dato vita ad una mostra fotografica utile a mettere in luce la parte invisibile della malattia: i suoi sintomi.
PortrAIts
“Vieni a vedere ciò che è invisibile“: quel che l’associazione ha fatto è stato mettere in mano all’IA la possibilità di evidenziare in modo visivo quel che altrimenti non sarebbe percepibile. Come far capire agli altri come ci si sente quando la Sclerosi Multipla cerca di farsi spazio? Come far comprendere a persone terze cosa significhi fare i conti ogni giorno con sintomi differenti e difficilmente spiegabili? Ci pensa l’immagine dell’assurdo, quella che l’IA può comporre in modo perfetto grazie a semplici spiegazioni che rendono visibile il concetto per trasformarlo in entità tangibile, evidente, forte.
Il braccio come un pezzo di ghiaccio. La lingua intrecciata. La testa in fiamme. Le gambe pesanti come macigni. La stanchezza che ti costringe a stare a letto. La vista appannata. Aghi che pungono dalla vita in giù. Spasmi in tutto il corpo. Un bruciore che parte dal piede e sale su. La memoria che a volte svanisce, facendo sentire la persona come un albero alla mercè del vento.
Sono alcuni dei sintomi della sclerosi multipla, invalidanti ma invisibili, raccontati da chi deve convivere ogni giorno con tanti piccoli disturbi, percepiti da ognuno in maniera diversa.
Il risultato di queste elaborazioni è visibile fino al 6 giugno sia a Roma in Piazza Silvestro che a Milano in Via Dante, nonché sul sito PortraitSM.it.
L’iniziativa ha un valore comunicativo eccezionalmente forte: se l’obiettivo è quello di “mettere in mostra i sintomi non visibili della sclerosi multipla“, l’obiettivo è raggiunto e l’immagine arriva con prepotenza nell’immaginario di chi la guarda. Tutti (non solo chi sta facendo i conti con la malattia) sono esposti ai sintomi per un istante tramite la semplice empatia di immagini paradossali e qualitative, in grado di far passare lo stato di disagio che i sintomi disseminano nella quotidianità di chi ne è colpito.
Chiunque conviva con la sclerosi multipla ha la possibilità di proporre il proprio “portrAIts” scrivendo a questo indirizzo e spiegando i propri sintomi. L’iniziativa si inserisce nelle attività promosse da AISM per la Settimana di informazione sulla SM, creando così un evento di grande impatto per la sensibilizzazione degli italiani “sulla malattia, la qualità di vita delle persone con SM e dei loro caregiver, la tutela dei loro diritti e l’importanza della ricerca scientifica“.
L’Intelligenza Artificiale può fare molto in molti ambiti: in questo caso diventa lo strumento di comunicazione che dona corpo e fisicità a qualcosa che è solitamente intangibile, nascosto e silente. Grazie a PortrAIts i sintomi diventano immagini reali, trasformandosi in incubi da condividere con chiunque si trovi esposto all’immagine: le gambe pesanti, la perdita del controllo nei movimenti, il dolore, la perdita di autonomia e molto altro ancora sono pennellate di colore di un’IA guidata dalle semplici descrizioni dei protagonisti.
PortrAIts sfrutta l’IA per una delle sue doti principali: saper alzare l’asticella rispetto a ciò l’uomo è in grado di percepire, controllare e gestire. In questo caso trasforma le emozioni in immagini utili a scatenare altre emozioni: un esperimento comunicativo prodigioso, speso per una causa preziosa.