Dal 30 giugno, liberi professionisti, commercianti, artigiani, tabaccai, strutture ricettive e tassisti sono tenuti ad accettare pagamenti con bancomat e carte di credito tramite POS.
Adesso ADM (Agenzia Dogane e Monopoli) ha stabilito che l’obbligo non si applica ai valori postali, bollati e generi di monopolio.
In particolare, ADM ha stabilito che, per la vendita di determinati beni, i commercianti possono rifiutarsi di accettare pagamenti elettronici se sono titolari di patentino e di generi di monopolio.
Insomma, sono questi i casi in cui accettare pagamenti in contanti anziché con carta di debito o di credito per articoli come tabacchi, sigarette, marche da bollo e francobolli.
Per tutti gli altri prodotti il pagamento tramite terminale resta obbligatorio. Optando per le soluzioni myPOS, si può richiedere un credito d’imposta del 30% o 100% sulle commissioni.
POS myPOS e credito d’imposta: come richiederlo
La legge 157/2019 ha introdotto la possibilità di richiedere un credito d’imposta del 30% sui costi di commissione per tutti i servizi di pagamento digitali.
Il decreto fiscale 99/2021 ha poi aumentato il credito d’imposta dal 30 al 100% nel caso in cui l’esercente rispetti determinati requisiti.
Il credito d’imposta del 30% è a favore delle attività che hanno un fatturato fino a 400.000 euro all’anno.
Invece, il credito d’imposta del 100% è ad appannaggio degli esercenti che hanno POS collegati a registratori telematici e con ricavi e compensi che superano i 400.000 euro all’anno.
Basta soltanto optare per una delle soluzioni myPOS in questa pagina e richiedere il credito d’imposta compilando il modello F24 e dichiarando i costi di commissione pagati.
Le altre novità per il 2023
Tra le altre novità previste per il 2023 per bancomat e carte di credito, la riforma fiscale avviata da Draghi riprenderà piede.
Le nuove regole dovrebbero estendere l’esenzione per alcune categorie di commercianti e stabilire la soglia di importi sotto la quale non si potranno accettare pagamenti di carte di credito e debito.