Ci siamo: il POS ora è obbligatorio. Non accettare pagamenti digitali rischia di diventare, oltre che cosa fuori dalle regole, anche motivo di ostracismo da parte di clienti che sulla base di questo obbligo sentiranno rafforzato il proprio diritto ad un pagamento digitale.
La deadline era fissata nella giornata di ieri, mentre da oggi inizia una nuova era: le sanzioni saranno di piccola entità, ma è chiaro come la morsa sia destinata ormai a stringersi ed a rendere i pagamenti cashless sempre più diffusi. Le possibilità a disposizione per gli esercenti ancora non dotatisi dei giusti strumenti sono varie: c’è la possibilità di accettare POS mobile come quelli di SumUp, ma in aggiunta è sicuramente utile abilitare strumenti quali Satispay per pagamenti via app. Non è certo questione di mancanza di alternative, insomma.
POS obbligatorio
La scadenza posta dalla nuova normativa segna un bivio destinato a farsi sentire. Negare una vendita o un pagamento ad un cliente adducendo motivazioni (spesso ben poco plausibili) sull’assenza di POS diventa ormai complesso e imbarazzante, il che porterà ad una sanzione sociale prima ancora che amministrativa. Quell’obbligo che prima d’ora era anestetizzato dall’assenza di sanzioni ora diventa più concreto e per i delatori del pagamento digitale scatteranno controlli e multe dopo troppi anni di occhi bendati sulla realtà.
L’obiettivo conclamato è quello di ridurre ulteriormente gli spazi del contante, con deroghe validate soltanto in caso dio “oggettiva impossibilità tecnica” (leggasi: zone impervie ove la connessione non è disponibile). L’esiguità delle multe (30 euro + 4% della transazione rifiutata) non incoraggia a difendersi per via legale con i soliti azzeccagarbugli all’italiana, il che trasforma le sanzioni in una mossa coercitiva destinata ad imprimere una svolta. Se funzionerà, se il sommerso diminuirà e, se effettivamente aumenteranno i pagamenti tracciati, lo si capirà nel giro di pochi mesi. Multe esigue potrebbero però anche significare generale disinteresse ad adeguarsi, soprattutto presso particolari categorie professionali. Non sono soltanto gli esercenti a dover ottemperare alle nuove prescrizioni di legge: artigiani e professionisti condividono paritetico obbligo, pur avendo spesso a che fare con cifre di maggior entità e quindi potendo scontare sanzioni di maggior caratura.