Obbligo POS 2024: Tutto Quello che c'è da Sapere

Obbligo POS 2024: tutto quello che c'è da sapere

In questa guida vedremo nel dettaglio in cosa consistono le normative sull'obbligo POS 2023 in Italia, illustrando regole, sanzioni e vantaggi.
Obbligo POS 2024: tutto quello che c'è da sapere
In questa guida vedremo nel dettaglio in cosa consistono le normative sull'obbligo POS 2023 in Italia, illustrando regole, sanzioni e vantaggi.
Michelangelo Ricupati
Pubblicato il 21 nov 2023

Il POS obbligatorio è forse uno degli argomenti più trattati degli ultimi tempi, in quanto le normative a riguardo hanno subìto diverse modifiche. In realtà, l’obbligo di POS è in vigore dal 2014, ma solo a giugno 2022 sono state introdotte le multe per chi non accettava pagamenti elettronici. Solo con l’applicazione delle sanzioni, quindi, le nuove regole sono state effettivamente messe in pratica.

Consentire ai clienti di effettuare pagamenti elettronici è un ottimo metodo per massimizzare gli incassi, ma bisogna tenere conto delle nuove leggi in vigore per evitare problemi con l’Agenzia delle Entrate.

Per chi si chiede ancora se il POS è obbligatorio, la risposta è “sì”, tranne per alcuni casi specifici che vedremo di seguito. In questa guida, infatti, scopriremo che cosa è il POS e per quali attività è previsto l’obbligo, illustrando anche quali sono le sanzioni previste e quali sono i migliori POS del 2024.

POS: cos’è e come funziona

Per capire che cos’è il POS partiamo dal suo acronimo, Point of Sale. Si tratta di uno strumento adibito all’accettazione dei pagamenti elettronici. Il dispositivo permette di inserire una carta di credito, debito o prepagata e far pagare al cliente l’importo dovuto, senza la necessità di maneggiare contanti.

Il pagamento si finalizza istantaneamente, e permette all’esercente di offrire un servizio aggiuntivo ampliando le possibilità di vendita, soprattutto con una clientela internazionale. Inoltre, i pagamenti POS obbligatori sono previsti per la maggior parte delle attività, in particolare quelle fisiche come ristoranti e locali.

L’obbligo POS 2023, infatti, prevede il possesso di un terminale di pagamento per tutti i possessori di un’attività. Nel tempo le modifiche alla normativa sono state diverse, ma oggi la legge è abbastanza chiara e semplice da rispettare.

 

La classifica di migliori POS del 2024

Caratteristiche
Commissioni
Prezzo terminale
Caratteristiche:
  • SIM e traffico dati inclusi
  • Rete 3G/4G
  • Stampante
  • Conto myPOS gratuito
  • Carta Business VISA gratuita
Commissioni: 1.20% + 0.05€
Prezzo mensile: 189€
Caratteristiche:
  • SIM e traffico dati inclusi
  • Rete GPRS, Wifi, 4G
  • Stampante
  • Accrediti su qualsiasi conto
Commissioni: 1%
Prezzo mensile: 100€
Caratteristiche:
  • Canone mensile 17€+IVA
  • SIM e traffico dati inclusi
  • Rete GPRS, Wifi, 4G
  • Stampante
  • Accrediti su qualsiasi conto
Commissioni: 0%*
Prezzo mensile: Gratis
Caratteristiche:
  • SIM e traffico dati inclusi
  • Rete 4G e Wifi
  • Stampante
  • Conto Aziendale SumUp gratuito
Commissioni: 1.95%
Prezzo mensile: 139€
Caratteristiche:
  • Canone mensile 22,50€+IVA
  • Rete Wifi, 4G
  • Stampante
  • Serve l'app Nexi
  • Assistenza 24/7
  • Accrediti su qualsiasi conto
Commissioni: da 0,99% a 1,99% (varia a seconda del piano)
Prezzo mensile: Gratis
Caratteristiche:
  • SIM e traffico dati inclusi
  • Rete 3G/4G
  • Conto myPOS gratuito
  • Carta Business VISA gratuita
Commissioni: 1.20% + 0.05€
Prezzo mensile: 39€
Caratteristiche:
  • SIM e traffico dati inclusi
  • Rete 3G/4G, Wifi
  • Conto myPOS gratuito
  • Stampante
  • Carta Business VISA gratuita
Commissioni: 1.20% + 0.05€
Prezzo mensile: 249€
Caratteristiche:
  • Serve l'app SumUp
  • Collega via Bluetooth
  • Conto Aziendale SumUp gratuito
Commissioni: 1,95%
Prezzo mensile: 39€
Caratteristiche:
  • SIM e traffico dati inclusi
  • Rete 4G e Wifi
  • Conto Aziendale SumUp gratuito
Commissioni: 1.95%
Prezzo mensile: 79€
Caratteristiche:
  • Rete Wifi, 4G
  • Assistenza 24/7
  • Accrediti su qualsiasi conto
Commissioni: 1.89%
Prezzo mensile: 169€
Caratteristiche:
  • Connettività Bluetooth
  • Assistenza 24/7
  • Serve l'app Nexi
  • Accrediti su qualsiasi conto
Commissioni: 1,89%
Prezzo mensile: 29€

*17€+IVA al mese per chi incassa fino a 10.000€ all’anno, mentre il prezzo sale a 22€+IVA mensili per chi fattura fino a 30.000€ all’anno. Oltre i 30.000 € di transato viene aggiunto un costo di commissione dell’1% + IVA per l’importo eccedente la soglia dei 30.000 €, da sommare al canone mensile di 22 € + IVA.

Scegliere un POS può essere complicato in quanto esistono tantissimi modelli su varie fasce di prezzo, con funzioni più o meno avanzate e con commissioni variabili in base al marchio e al piano scelto.

Secondo le recensioni degli utenti, i migliori POS sono quelli portatili, conosciuti anche come POS mobili, perché risultano essere economici ma allo stesso tempo efficienti.

Con un dispositivo compatto, infatti, si possono accettare pagamenti su svariati circuiti di pagamento a fronte di una spesa ridotta.

A seconda degli incassi, le aziende mettono a disposizione piani a canone o senza canone. Può essere utile fare una stima dei propri guadagni, considerando anche i metodi di pagamento accettati, le varie app disponibili ed eventuali servizi aggiuntivi.

 

Obbligo POS: situazione attuale

carta di credito gratis

Dal 30 giugno 2022 sono scattate le sanzioni per chi non si è munito di un POS per la propria attività, in particolare con la legge 79/2022. Tutti coloro che non si sono resi disponibili ad accettare pagamenti POS sono stati multati tramite segnalazione dei clienti stessi all’Agenzia delle Entrate.

Questo perché, anche con la nascita dei POS mobili, è molto più facile munirsi di un terminale di pagamento senza sostenere costi elevati. In tanti sostengono che dovrebbe essere garantita la possibilità di pagare come si preferisce, con l’obiettivo di ridurre l’evasione fiscale e tracciare più facilmente i flussi di denaro.

Per quanto riguarda l’uso dei contanti, invece, sono state riportate nel tempo alcune modifiche, soprattutto con la manovra 2023.

La situazione attuale prevede un limite di 5.000€ per singolo pagamento in contanti. I tentativi di introdurre un limite per i pagamenti con POS per importi superiori a determinate cifre (le proposte riguardavo un range dai 30 ai 60 euro) non sono mai state attuati.

In sintesi, il POS è obbligatorio per la maggior parte delle attività nel 2023, e non sono previsti importi minimi o massimi che consentono al titolare di non accettare il pagamento. È bene, quindi, garantire la possibilità di pagare con carta in quanto si potrebbe essere segnalati all’Agenzia delle Entrate.

D’altronde, sono previsti diversi incentivi fiscali per l’acquisto di un POS mobile per tutti gli esercenti, come il credito d’imposta del 30% sulle commissioni di transazione fino a 400.000€.

Per chi è obbligatorio il POS

Il POS è obbligatorio per la stragrande maggioranza dei professionisti che svolgono un’attività, soprattutto coloro che hanno un negozio fisico o un locale in cui erogano un servizio.

In particolare, l’obbligo POS per professionisti è rivolto a:

  • commercianti di qualsiasi tipo, da coloro che vendono prodotti e/o merce in un negozio a coloro che vendono prodotti per strada;
  • artigiani e attività di ristorazione, dal piccolo falegname alla pizzeria;
  • lavoratori autonomi che erogano un servizio specifico, come un architetto, un dentista privato, un avvocato, un grafico o un designer con uno studio, fino all’idraulico che esercita in proprio la sua attività;
  • attività turistiche e ricettive come un Bed & Breakfast, una casa vacanze o un agriturismo o hotel;
  • tassisti e erogatori di servizi simili;
  • venditori ambulanti.

Le regole che stabiliscono l’obbligo del POS non prevedono l’esonero per i forfettari: anche le partite Iva che applicano la flat tax devono consentire il pagamento dei servizi in modalità elettronica.

Di conseguenza, l’obbligo di pagamento POS è rivolto praticamente a tutti coloro che possono accettare pagamenti in cambio di un prodotto o servizio, e comunque a tutti gli imprenditori che possiedono un’attività fisica.

Sono poche le categorie per cui il POS non è obbligatorio: scendiamo nel dettaglio.

Per chi non è obbligatorio il POS

L’obbligo di permettere pagamenti tramite POS fa eccezione per alcune categorie specifiche. Tra queste rientrano i tabaccai, che su alcuni prodotti come valori bollati e sigarette non sono tenuti a rispettare l’obbligatorietà del POS.

Questo perché si tratta di una categoria di attività facilmente tracciabile che gestisce prodotti con imposte statali, come nel caso appunto delle marche da bollo e delle sigarette. Tuttavia, molti tabaccai consentono comunque il pagamento con POS per questi prodotti per aumentare il loro incasso e offrire al cliente un servizio aggiuntivo sicuramente gradito.

Diversamente, il POS è obbligatorio per tutti. Quindi, dato che si tratta di un argomento abbastanza spinoso, soprattutto per chi è all’inizio della sua attività, elencheremo qui sotto una classifica dei migliori POS portatili del 2024.

Si tratta di strumenti intuitivi, economici e compatti che hanno consentito a migliaia di imprenditori di risparmiare, ampliare le possibilità di vendita e rimanere conformi a tutte le leggi in vigore. Vediamoli insieme!

 

Sanzioni POS: cosa prevede la legge

Il POS obbligatorio prevede delle sanzioni per tutti coloro che non si adeguano alla normativa e per chi si rifiuta di accettare i pagamenti elettronici. Ad oggi non ci sono limiti specifici entro i quali si può accettare o rifiutare un pagamento, ma allo stesso tempo la sanzione non scatta in automatico.

Tutto, in sintesi, dipende dal cliente che si ha di fronte, che può segnalare l’accaduto alle Guardie di Finanza o all’Agenzia delle Entrate. Di conseguenza, è sempre consigliabile consentire il pagamento onde evitare problemi col Fisco e cattiva pubblicità.

La sanzione prevista per i trasgressori è di 30€, a cui si aggiunge il 4% calcolato sull’importo della transazione. In caso di rifiuto di un pagamento di piccola entità, ad esempio di 5€, si paga una sanzione nettamente superiore di quanto avrebbe incassato, al netto delle commissioni di transazione.

Dall’altro lato, chi rifiuta un pagamento di grossa entità, ad esempio di 500€, paga una commissione fissa di 30€ più il 4% dell’importo (20€) per un totale di 50€. Anche in questo caso, considerando che le commissioni di un POS vanno in media dall’1% al 2%, all’esercente conviene comunque garantire il servizio.

Inoltre, visti i numerosi vantaggi legati al possesso di un POS e la possibilità di ottenere il 30% delle commissioni sotto forma di credito d’imposta, è sicuramente consigliabile munirsi di un terminale, così da rispettare le nuove leggi POS e non ricevere sanzioni.

Di seguito faremo una panoramica generale di tutti i vantaggi dei pagamenti POS, considerando anche eventuali limiti o svantaggi.

 

Vantaggi dei pagamenti POS

Nonostante molti esercenti negli anni si siano battuti contro le leggi sui POS, in realtà questo metodo rappresenta un enorme vantaggio sia per il cliente che per l’esercente.

I pagamenti con POS risultano essere più efficienti, economici e sicuri rispetto alle transazioni in contanti, senza considerare la riduzione dei rischi legati a furti e trasporto di denaro.

Inoltre, la tracciabilità dei metodi di pagamento consente di ridurre al minimo l’evasione fiscale, tematica molto calda in Italia a causa degli svariati episodi di riciclaggio e operazioni in nero. A ciò si aggiungono i già citati incentivi da parte dello Stato per agevolare chi deve adeguarsi alle nuove regole.

Dobbiamo tra l’altro considerare il fatto che, soprattutto per chi lavora con una clientela internazionale, il pagamento elettronico permette di ampliare esponenzialmente le possibilità di vendita.

Basta pensare ad un ristorante, un negozio o una piccola bottega per l’erogazione di un servizio o un prodotto ad un turista che non possiede contanti in euro. In casi del genere, l’unico metodo per far pagare è il POS: tantissime carte effettuano il cambio valuta in automatico e in modo istantaneo.

Gli unici limiti e svantaggi di un POS sono legati a eventuali problemi tecnici, come l’assenza di connessione, la batteria scarica o piccoli malfunzionamenti di sistema, che in alcuni casi richiedono l’intervento dell’assistenza.

Di seguito un elenco riassuntivo dei pro e contro dei pagamenti con POS.

Pro
Contro
Pro
  • Nessun rischio di sanzione, in quanto si rispettano tutte le leggi in vigore
  • Tracciabilità semplificata dei pagamenti e rendicontazione più immediata
  • Risparmio sul trasporto di denaro contante e riduzione delle perdite in caso di furti in cassa
  • Riduzione degli ammanchi causati dall’erogazione di resti sbagliati
  • Possibilità di stornare il pagamento in pochi secondi
Contro
  • Possono presentarsi problemi tecnici che richiedono l’intervento dell’assistenza
  • In caso di scarsa connessione Internet si potrebbero riscontrare difficoltà nell’accettazione dei pagamenti
  • Le fasi di installazione possono richiedere dei costi aggiuntivi
  • Alcuni POS prevedono commissioni elevate con alcuni circuiti di pagamento

 

Obbligo POS: l’evoluzione della normativa in Italia

L’obbligo dei pagamenti POS è un argomento che, secondo molti, risale solamente agli ultimi 3-4 anni.

In realtà, i primi passi verso l’imposizione dei pagamenti tracciabili sono stati fatti nel 2008, introducendo un limite sui pagamenti in contanti a 5.000 euro. Questa soglia è stata ridotta ulteriormente a 2.500 euro nel 2011 e poi a 1.000 euro nel dicembre dello stesso anno. La soglia massima di uso del contante è rimasta questa fino al 2016, quando è stata alzata a 3.000 euro. Nel 2020 è stata rialzata a 2.000 euro.

Poi, nel 2012, tramite il ​d.lgs. 179/2012​ (art. 15, commi 4 e 5) è stata prefissata l’obbligatorietà del POS a cominciare dal 1° gennaio 2014, anche se non erano previste sanzioni di alcun tipo. La richiesta, inoltre, doveva essere fatta esplicitamente dal cliente.

In questo periodo si parlava per la prima volta di obbligo POS per professionisti e commercianti, in particolare sotto il Governo Monti. Nello specifico, si dovevano rendere disponibili pagamenti tramite carte di credito, debito e prepagate.

Regole POS obbligatorio: dal 2014 al 2016

canone zero

Dal 2014 al 2016, ovvero con il Governo Letta, viene emanato il Decreto “Definizioni e ambito di applicazione dei pagamenti mediante carte di debito”. Si conferma nuovamente l’obbligatorietà dei POS, e vengono definiti importi minimi oltre i quali ci si può rifiutare di accettare il pagamento. Dal 30 giugno 2014, infatti, è stato possibile rifiutare i pagamenti elettronici sotto i 30€.

L’argomento è stato ripreso subito dopo, nel 2015, quando è salito il Governo Renzi. Nella Legge di Bilancio 2016 è stata appunto introdotta una novità: “il POS è obbligatorio salvo casi di impossibilità tecnica”. Inoltre, i pagamenti sotto i 5€ potevano essere rifiutati da parte dell’esercente.

Inutile dire che, con tali normative, non si è contribuito a ridurre l’evasione fiscale e anche se si parlava già di sanzioni per i trasgressori, queste non sono state mai applicate.

Regole obbligo POS dal 2016 in poi

La norma POS si è evoluta parecchio dopo il 2016, ovvero con la fine del Governo Renzi e l’inizio del Governo Gentiloni.

Nello specifico, le sanzioni vengono eliminate, in quanto si sosteneva che non c’erano strumenti adeguati alla loro applicazione. Di conseguenza, non si è più tornati sulla tematica POS obbligatorio fino al 2019, anno in cui si sono apportate realmente delle modifiche.

Da quell’anno, infatti, è stato applicato sulla norma POS il decreto legge 124/2019 sotto il Governo Conte, che prevede sanzioni di 30€ più il 4% dell’importo totale della transazione.

Nello specifico, la norma è entrata in vigore dal 30 giugno 2022, anno in cui il Governo Draghi si è battuto fortemente sulla tematica al fine di ridurre l’evasione fiscale tramite il Decreto Legge 152/2021.

La normativa è rimasta invariata col Governo Meloni, quindi ad oggi tutti gli esercenti sono obbligati a rendere disponibili i pagamenti con POS.

 

Conclusioni

Il POS è obbligatorio per tutti gli esercenti che vendono prodotti, erogano servizi o che sono in grado di incassare grazie alla loro attività. Le eccezioni riguardano i tabaccai, esentati dall’utilizzo del terminale in caso di vendita di sigarette o valori bollati, e ad alcuni professionisti.

Tra questi ultimi rientra chi emette fattura e viene pagato tramite bonifico (per esempio chi lavora nel digitale). Difatti, l’obiettivo dell’obbligo del POS è quello di ridurre l’evasione fiscale e limitare l’uso del contante, e il bonifico è uno mezzo di pagamento tracciabile.

Inoltre, scegliere uno dei migliori POS del 2024 può apportare tantissimi vantaggi alla propria attività, quindi è consigliabile munirsi di un terminale il prima possibile, così da massimizzare le entrate ed evitare sanzioni.

Domande frequenti sull'obbligo di POS

Cosa fare se non accettano il POS?

Se l’esercente si rifiuta di accettare un pagamento tramite POS, il cittadino può segnalare l’episodio alla Guardia di Finanza o all’Agenzia delle Entrate. Il titolare, a seguito della segnalazione, incorre in una sanzione pari a 30€, a cui si aggiunge il 4% dell’importo totale da pagare.

Qual è la cifra minima da accettare con il POS?

Con le varie modifiche alla normativa erano previste cifre minime oltre il quale il titolare non poteva rifiutarsi di accettare il pagamento con POS. Tuttavia, ad oggi non è prevista alcuna cifra minima che obbliga ad accettare il pagamento.

Quanto pagano i commercianti con il POS?

Le commissioni di transazione variano in base al POS scelto. Alcuni, come quelli a canone mensile, hanno commissioni gratuite, mentre altri possono prevedere una commissione che varia dall’1% al 2% circa, a seconda del circuito selezionato e del fatturato.

Qual è il limite di pagamento con POS?

Non sono previsti limiti particolari per i pagamenti con POS. Tuttavia, la carta di credito, di debito o prepagata del cliente potrebbe avere impostati dei limiti di spesa giornaliera o mensili, che variano in base alla società emittente della carta e oscillano in genere tra i 500 e i 5.000€.

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