Ve lo ricordate, il mondo prima dell’e-commerce? Prima che eBay e Amazon catalizzassero attenzione e volumi d’acquisto nel nome del “tutto e subito”, prima ancora di realtà nostrane come CHL che per diverso tempo hanno dettato legge tra appassionati e addetti ai lavori nel campo dell’informatica. Oltre alle vetrine di negozi e supermercati, c’erano quelle delle televendite e dei cataloghi della vendita per corrispondenza. C’era la volontà (e l’esigenza) di prendersi il tempo necessario per scegliere cosa acquistare senza il fiato sul collo delle offerte online che scadono entro pochi minuti. C’erano i tagliandi da compilare con i codici dei prodotti selezionati e da imbucare nella cassetta della posta, per poi ricevere gli articoli dopo essersene scordati. C’era il Postalmarket (e Carnaby St per chi ha l’età di chi scrive e qualche capello bianco in testa). Ora, nell’era dello shopping globale, immediato e a portata di click, che valore ha un supporto cartaceo da sfogliare?
C’era una volta il Postalmarket (e sta per tornare)
Se da una parte IKEA ha deciso di dire addio al suo dopo 70 anni nel nome della sostenibilità, dall’altra Postalmarket sta per tornare. L’annuncio non è cosa nuova, risale al dicembre scorso, con l’appuntamento fissato per l’autunno, a oltre mezzo secolo dal primo numero e un paio di decenni dopo l’ultimo, seguito da una vicenda turbolenta passata anche per le aule di tribunale (ben ricostruita su Wikipedia). Lo farà con testimonial d’eccezione e in un formato per forza di cose inedito, al passo coi tempo, ibrido, con uno store online che aprirà i battenti nel mese di ottobre.
L’articolo che state leggendo non ha alcuna intenzione di promuovere il progetto (lasciamo ad altri le valutazioni del caso a tempo debito), è mosso esclusivamente da un afflato di nostalgia e ancor più vuol concentrare l’attenzione su un dettaglio di quanto riportato sulla homepage del sito ufficiale, un tributo allo Slow Commerce.
Un tributo allo Slow Commerce: qualità e tempo contro quantità e velocità.
Forse solo così l’iniziativa potrà ritagliarsi uno spazio in un mercato ormai saturo, fagocitato dalle grandi piattaforme, rivolgendosi a un target talvolta escluso dalle dinamiche calate dall’alto e imposte dai player più importanti, seppur proponendo dinamiche di acquisto oggi per forza di cose equivalenti. Non essere costretti a dover rincorrere l’offerta che scade, il poter rimandare la decisione a domani senza timore di perdere l’occasione, può rivelarsi un’arma vincente.
Tra le dichiarazioni d’intenti di chi gestirà il nuovo Postalmarket anche quella che mira a sostenere le PMI italiane proponendo una selezione dei loro prodotti, offrendo alle aziende una vetrina utile a raggiungere nuovi clienti e a fidelizzare quelli acquisiti.