L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato un’istruttoria nei confronti di Poste Italiane, in quanto avrebbe impedito ai concorrenti di accedere alle rete e agli uffici postali per offrire servizi alternativi a Poste Energia. Contestualmente è stato avviato un procedimento per adottare eventuali misure cautelari.
Poste Italiane ostacola la concorrenza?
L’offerta Poste Energia viene commercializzata da PostePay S.p.A., società controllata da Poste Italiane, tramite la rete e gli uffici postali, di cui Poste Italiane ha disponibilità esclusiva, essendo concessionaria del servizio universale postale.
In base al comma 2-quater dell’art. 8 della legge n. 287 del 10 ottobre 1990, l’accesso alla rete e agli uffici postali deve essere consentito anche alle aziende concorrenti nello stesso mercato (in questo caso quello dell’energia elettrica e gas).
Tra giugno e luglio 2023, A2A Energia e Iren Mercato hanno chiesto l’accesso alle stesse risorse messa a disposizione di PostePay per commercializzare l’offerta Poste Energia. Tale richiesta è stata respinta da Poste Italiane, quindi Utilitalia ha inviato una segnalazione ad AGCM.
L’autorità antitrust ha avviato un’istruttoria per verificare se Poste Italiane ha ostacolato la concorrenza, dando un vantaggio competitivo alla sua controllata. Sfruttando i numerosi uffici postali, Poste Italiane può incrementare il numero di clienti di Poste Energia, alterando le dinamiche concorrenziali.
AGCM ha inoltre avviato un procedimento per valutare la sussistenza delle condizioni per l’adozione di misure cautelari, come richiesto dal segnalante, ovvero l’ordine di interrompere la commercializzazione dell’offerta Poste Energia o di garantire l’accesso agli operatori concorrenti. Il procedimento dovrà terminare entro il 19 luglio 2024.
Aggiornamento (24/07/2024): AGCM ha stabilito che Poste Italiane deve consentire ai concorrenti di Poste Energia l’accesso agli uffici postali non compresi nel progetto Polis. Poste Italiane ha comunicato che presenterà ricorso al TAR del Lazio, in quanto il provvedimento è inapplicabile.