Un’ovattata esplosione, un odore acre, l’inevitabile spaesamento dovuto all’improvvisa inattesa situazione: è quanto successo poche ore fa presso l’IPSAR “Amerigo Vespucci” di Lambrate (MI) . Dopo qualche momento di panico, però, la paura è rientrata: il danno si è limitato allo zainetto di un alunno e il motivo sta tutto in una powerbank esplosa tra i banchi della classe. Le cronache parlano di sette studenti (15-16 anni) e un’insegnante intossicati, probabilmente coinvolti dai fumi di combustione del dispositivo.
Un caso raro, ma non certo isolato: è questo il motivo per cui le powerbank sono in molti casi proibite durante i voli aerei ed è questo il motivo per cui è cosa buona non dimenticarle attive (in carica o in ricarica) quando non prettamente utile. In caso di malfunzionamento, infatti, possono crearsi reazioni chimiche all’interno del device che in talune circostanze potrebbero determinare una deflagrazione. La potenza non è eccessiva, ma i fumi che vengono a crearsi potrebbero arrecare più di un problema ai presenti.
Quando si cerca una powerbank in offerta, dunque, si consiglia di non acquistarla con capacità superiore alle proprie reali necessità (risparmiando così in denaro, peso e sicurezza), evitando marchi sconosciuti (che maggiori compromessi potrebbero aver speso proprio in termini di integrità) e optando per la qualità invece di abbandonarsi all’ultra low-cost.
Secondo quanto emerso, sarebbero almeno due gli studenti portati cautelativamente in ospedale, più una terza persona che, per cause differenti dall’intossicazione, avrebbe avuto bisogno di assistenza per una probabile crisi epilettica. Nei giorni in cui la sicurezza scolastica è al centro delle preoccupazioni negli USA, in Italia è una powerbank a creare il panico per una situazione che, fortunatamente, si risolverà nel migliore dei modi per tutti gli studenti coinvolti.