Microsoft ha annunciato importanti novità per il futuro di PowerShell , ambiente di scripting testuale introdotto nelle ultime versioni di Windows come sostituto avanzato del classico Prompt dei Comandi degli anni 90. La shell next-gen si evolve ancora, diventa open source e si sdoppia per meglio servire un mercato informatico molto diverso dal passato.
La nuova edizione di PowerShell si chiama quindi PowerShell Core 6.0 , è open source poiché basata sul framework dotNET Core ed è disponibile su Linux, OS X e il solito Windows. Una versione sperimentale, senza garanzia di supporto, è altresì disponibile anche per dispositivi basati su chip SoC ARM.
PowerShell Core si affianca alla versione tradizionale di PowerShell , essendo quest’ultima esclusiva dei sistemi operativi Windows e capace di accedere a funzionalità non presenti nella nuova versione grazie al framework dotNET completo – anch’esso esclusivo di Windows.
Microsoft vede PowerShell Core come il futuro di PowerShell , un ambiente di scripting pensato per amministratori di sistema che hanno a che fare con ecosistemi ibridi, infrastrutture cloud miste e necessità di gestione di ambienti in cui le macchine Windows costituiscono solo una variabile tra le molte da tenere in considerazione.
Su Windows PowerShell Core 6.0 si installa e funziona in parallelo rispetto alla shell nativa, con quest’ultima che nel prossimo futuro è destinata ad assumere lo stesso ruolo già assunto dal Prompt dei Comandi: lo sviluppo dell’edizione “liscia” di PowerShell è entrata in una fase di supporto “estesa”, dove i programmatori di Redmond si limiteranno a risolvere eventuali problemi di sicurezza emersi nel tempo ma non impiegheranno più risorse per aggiungere funzionalità inedite.
Alfonso Maruccia