Il cosiddetto social scoring è già una realtà in Cina, quindi non è solo una finzione cinematografica (episodio Caduta libera della terza stagione di Black Mirror, ndr). Anche in Italia sono stati avviati alcuni progetti che prevedono l’assegnazione di punteggi sociali ai cittadini che condividono volontariamente i dati personali. Il Garante per la privacy ha deciso di avviare tre istruttorie per verificare il rispetto del GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati).
Dati personali in cambio di premi
Il Garante per la protezione dei dati personali ha usato il termine “cittadinanza a punti” per indicare le iniziative avviate da alcuni Comuni che prevedono l’assegnazione di premi ai cittadini che seguono comportamenti più virtuosi in diversi settori (mobilità, ambiente, cultura, fiscalità e sport). I dati, forniti in maniera volontaria dagli interessati, vengono gestiti dall’ente locale, ma in alcuni casi sono anche condivisi con partner esterni (le aziende che offrono i premi).
Una delle istruttorie riguarda il Progetto Pollicino del Comune di Bologna. L’iniziativa, promossa anche dai Ministeri della transizione ecologica e delle infrastrutture, prevede l’analisi dei dati sulla mobilità urbana attraverso il tracciamento degli spostamenti dei cittadini.
Anche la seconda istruttoria riguarda il Comune di Bologna, in particolare l’iniziativa Smart Citizen Wallet (anche a Roma è stata avviata la sperimentazione del Citizen Wallet, ma non è finita sotto la lente del garante). In questo caso, i punti vengono accreditati se il cittadino differenzia i rifiuti, usa i mezzi pubblici, gestisce bene l’energia, se non prende sanzioni dalla municipale e se risulta attivo con la Card cultura.
Il progetto più inquietante è quello avviato dal Comune di Fidenza e denominato Carta dell’assegnatario. In questo caso i punti (50) sono già assegnati, ma diminuiscono per ogni “comportamento violativo” commesso dai componenti del nucleo familiare, al quale è stato assegnato un alloggio di edilizia residenziale pubblica. Se il punteggio scende a zero, il Comune risolverà il contratto.
L’autorità chiede agli enti locali di effettuare sempre una valutazione di impatto e il rispetto del GDPR. Al termine delle istruttorie potrebbero essere adottati provvedimenti specifici (sanzioni).