Premi Oscar: all'Academy non importa se i film sono fatti con l'AI

Premi Oscar: all'Academy non importa se i film sono fatti con l'AI

L'impiego dell'intelligenza artificiale nella realizzazione di un film non preclude in alcun modo la sua candidatura ai premi Oscar.
Premi Oscar: all'Academy non importa se i film sono fatti con l'AI
L'impiego dell'intelligenza artificiale nella realizzazione di un film non preclude in alcun modo la sua candidatura ai premi Oscar.

Manca ancora quasi un anno alla prossima edizione dei premi Oscar, in programma per il 15 marzo 2026, ma già si inizia a parlarne. Al centro della discussione non ci sono i film potenziali candidati alle nomination, ma una revisione delle regole stabilite dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences per l’assegnazione delle statuette. Quasi inevitabilmente, c’è di mezzo l’AI.

Un premio Oscar per l’AI

La presenza ormai pervasiva dell’intelligenza artificiale è arrivata a interessare anche il mondo del cinema e l’organizzazione dell’evento lo sa bene. Per questo motivo, ha deciso di intervenire sulla questione, di fatto… chiudendo un occhio. Anzi, due. Ecco quanto si legge in un comunicato stampa ufficiale.

Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale generativa e gli altri strumenti digitali utilizzati nella realizzazione del film, questi non favoriscono né compromettono le possibilità di ottenere una nomination.

In estrema sintesi, ai fini della premiazione, non è importante se in una qualsiasi fase del processo creativo sia stata impiegata l’AI: dalla stesura della sceneggiatura al montaggio in post-produzione. Verrà comunque tenuto in considerazione il grado di coinvolgimento umano.

L’Academy e ciascuna sezione giudicheranno il risultato, tenendo conto del grado di coinvolgimento umano nella paternità creativa del film al momento, di scegliere quale premiare.

Nessun obbligo di trasparenza

Ricordiamo che al momento le regole non prevedono l’obbligo di rendere esplicito l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

All’ultima edizione dei premi Oscar, diverse pellicole realizzate con l’aiuto dell’AI sono salite sul palco. È ad esempio il caso di The Brutalist (Brady Corbet), vincitore di tre statuette, che ha impiegato il software Respeecher per correggere la pronuncia dell’accento ungherese. Anche in Emilia Pérez (Jacques Audiard) e Dune: Part Two (Denis Villeneuve) gli algoritmi sono entrati in azione per apportare alcuni miglioramenti.

Non c’è da stupirsi, considerando come ormai da tempo alcuni big provenienti dal mondo del cinema siano saliti sul treno in corsa dell’AI. È il caso del regista James Cameron, nell’autunno scorso entrato a far parte del consiglio di amministrazione di Stability AI.

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Pubblicato il
23 apr 2025
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