Se oggi state leggendo questo articolo sul display del vostro smartphone oppure sul monitor del vostro laptop, ma anche se per muovervi salite su un’auto elettrica, è anche per merito di quei tre signori raffigurati nell’immagine di apertura: John B. Goodenough, M. Stanley Whittingham e Akira Yoshino sono i ricercatori ai quali è stato riconosciuto il Premio Nobel 2019 per la chimica. Loro l’invenzione delle batterie agli ioni di litio.
Premio Nobel per la chimica per le batterie li-ion
Si tratta della componente che oggigiorno fornisce l’alimentazione a una quantità smisurata di apparecchiature e dispositivi di ogni tipo. Lo sviluppo ha preso il via negli ormai lontani anni ’70, proprio quando si registrò un brusco aumento nel prezzo del greggio, passando poi da una lunga fase di perfezionamento fino a giungere ai moduli odierni. In futuro potranno essere sfruttati sempre più anche per immagazzinare l’energia prodotta da fonti rinnovabili come sole e vento, come sistema di storage, contribuendo così a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e tradizionali.
In the early 1970s, Stanley Whittingham, awarded this year’s Chemistry Prize, used lithium’s enormous drive to release its outer electron when he developed the first functional lithium battery.#NobelPrize pic.twitter.com/lRD2zBNm4T
— The Nobel Prize (@NobelPrize) October 9, 2019
L’onorificenza è accompagnata da un assegno dal valore di circa 820.000 dollari attribuito dalla Royal Swedish Academy of Sciences di Stoccolma, che sarà presumibilmente diviso in parti uguali. Ormai quasi mezzo secolo fa Whittingham ha trovato il modo di realizzare un catodo in grado di trattenere a sé ioni di litio. Goodenough, oggi 97enne e membro più anziano del club esclusivo di coloro che hanno ricevuto un Premio Nobel, ha poi ripreso il frutto del suo lavoro negli anni ’80 sviluppandolo ulteriormente.
Infine, Yoshino nel 1985 ha dato vita alla prima batteria aglio ioni di litio destinata alla commercializzazione. Interpellato sulla delicata questione legata ai cambiamenti climatici, quest’ultimo ha auspicato che l’invenzione possa tornare utile per supportare la transizione verso un modello di approvvigionamento energetico maggiormente sostenibile per l’ambiente e per il pianeta.