Roma – Hanno aggredito i server di alcune aziende, in particolare una compagnia telefonica di San Marino, riuscendo per circa un mese ad impedire l’accesso a quelle macchine attraverso un attacco denial-of-service distribuito (DDoS). Sono due giovani individuati e denunciati dalla Polizia Postale.
A fare le spese delle loro azioni è stato in primis il portale dedicato al gaming Mad4Games , sito che per più di 20 giorni è stato bloccato dall’attività dei due cracker. L’aggressione al sito si è tradotta anche nella semiparalisi dei network che forniscono servizi e banda (Intelcom e Seabone.net).
Ad indagare sull’attività dei due cracker è stata la PolPost che ha analizzato l’attacco, sferrato da un certo numero di server esteri istruiti da remoto per aggredire i server del sito, ed è riuscita ad identificare i due autori. Si tratta di un ragazzo di 18 anni di Biella e di un 16enne di Roma.
L’attività dei due non si sarebbe peraltro esaurita al “solo” attacco DDoS. Quello che ha colpito gli inquirenti, infatti, è che i due abbiano anche causato danni ai server colpiti. “Non si limitavano ad entrare nei sistemi – ha spiegato la PolPost alla Reuters – li danneggiavano, modificavano i file. Le compagnie hanno riportato danni per diverse migliaia di euro”. Ai due i cybercops attribuiscono notevoli capacità tecniche, quelle necessarie a mettere in moto e gestire così a lungo un attacco DDoS.
“La cosa che salta all’occhio – ha scritto uno dei gestori del sito preso di mira – è che i due ragazzi hanno agito per motivi davvero futili, e cioè l’astio che uno dei due (il minorenne) provava verso gli amministratori di un server di gioco di Ultima on line (New Hera Revolution)”.
L’azione non viene dunque vista dagli inquirenti come un “gioco” ma come un insieme di reati che possono provocare condanne fino a tre anni di carcere. I due, ai quali è stato vietato di accedere ad un qualsiasi computer o ad internet, dovranno anche rispondere dei danni economici causati agli operatori coinvolti nel loro attacco. La denuncia all’autorità giudiziaria formalizzata dalla Polizia Postale parla di ingresso abusivo in reti informatiche private, danni informatici, detenzione di codici di accesso privati, impedimento ed interruzione di servizi di comunicazione informatici.