Catania – Utilizzati da milioni di utenti anche in Italia, i software di instant messaging sono da sempre nel mirino dei ladri di identità : a causa di tecniche di social engineering sono molti gli utenti di sparamessaggini che hanno involontariamente consegnato a terzi le proprie credenziali di accesso, solo per vedersi sbarrare poi la strada ad un successivo tentativo di accesso. Un ragazzo che ha rubato almeno un account di Windows Live Messenger è stato individuato dalla Guardia di Finanza e a suo carico sono scattate denunce pesanti di natura penale.
In particolare a F.M.G., residente ad Acireale, le Fiamme Gialle hanno contestato i reati di “accesso abusivo ad un sistema informatico” e “detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici o telematici” previsti dagli artt. 615 ter e quater del Codice Penale .
Le indagini, condotte in collaborazione con Microsoft Italia, hanno portato all’individuazione del giovane grazie alla ricostruzione dei suoi movimenti in Internet. Questi, dopo aver sottratto le credenziali di accesso ad un utente Messenger, aveva modificato la password e si era dedicato ad attività costruttive come l’insulto sistematico a tutti i contatti in linea di quell’utente. “Dopo essere entrato nell’account di messaggistica istantanea e aver modificato User-Id e Password in modo che il reale intestatario non potesse più accedervi – spiega una nota della Guardia di Finanza – il F. M. G. modificava l’aspetto “messenger” dell’account in questione (visibile in rete da tutti gli altri utenti che hanno contatto con esso) pubblicando una frase particolarmente ingiuriosa ed offensiva visibile da altri utenti della rete Internet”.
La denuncia contro ignoti pervenuta al Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Catania ha spinto i finanzieri prima a ricostruire i movimenti Internet del “ladro”, compreso l’uso della casella di posta elettronica associata all’account Messenger, e poi ha portato alla perquisizione domiciliare nel corso della quale sono stati individuati e sequestrati computer e altri dispositivi hardware e software che si ritiene siano stati utilizzati per “carpire illegalmente codici di accesso ed informazioni su ignari utenti”.
Le indagini coordinate dal Sostituto procuratore della Repubblica di Catania, Salvatore Faro, procedono a carico del giovane: gli inquirenti vogliono verificare se vi siano stati altri utilizzi abusivi dell’account sottratto.
Tra le conseguenze ovvie di una operazione che provoca addebiti di natura penale per il giovane smanettone, in uno dei primissimi casi del genere in Italia, c’è anche quella di rappresentare evidentemente un messaggio sull’importanza di mantenere una certa riservatezza sui propri dati di accesso. Dati che identificano , e il cui abuso può influire sulla propria rete di relazioni, ma che sono trattati da taluni con molta leggerezza. Senza parlare poi di quei casi in cui il tentativo di acquisire informazioni riservate degli utenti dei sistemi di instant messaging è realizzato su scala industriale e destinato a mietere vittime tra gli utenti meno attenti.