Tra le offerte del giorno di Amazon c’è il libro di Vera Gheno “Prima l’Italiano“. Benché la sottigliezza del titolo sia pensata espressamente per catturare l’attenzione, il significato è chiaro: “come scrivere bene, parlare meglio e non fare brutte figure“. E per tutto ciò bastano anche solo 1,99 euro, oggi. Su Kindle.
Prima l’Italiano
Scrivere bene, parlare meglio: qualcosa di cui troppi italiani avrebbero fortemente bisogno. La nostra è una lingua pesantemente tirata per la giacchetta da una oralità trainante, che mette a dura prova le mille sfumature di un vocabolario dalla storia, dalla ricchezza e dal contenuto culturale indicibili. Tutta questa bellezza, però, trasforma la nostra lingua in una delle più complesse, e peggio usate, del mondo.
Il libro di Vera Gheno ha in parte una finalità formativa ed in parte un obiettivo educativo: tornare ad apprezzare la bellezza dell’Italiano e impegnarsi ad utilizzarlo meglio come un bene comune di cui ognuno di noi può fregiarsi:
Il modo in cui parliamo e scriviamo ci qualifica costantemente agli occhi degli altri: per molti versi noi siamo la lingua che usiamo e, in base a questa, verremo costantemente sottoposti al giudizio altrui. In mille occasioni, un errore di sintassi o di ortografia, la scelta di un tempo verbale sbagliato o perfino l’inutile irrigidimento su una regola, che magari ci ricordiamo in maniera imprecisa dai tempi della scuola, potranno contribuire non solo a farci fare brutta figura, ma portare in alcuni casi anche a ripercussioni gravi sia a livello personale sia a quello professionale. In questo libro viene presentata, documentata con numerosi esempi tratti dall’uso e spiegata una rassegna degli errori che, ancora oggi, provocano uno stigma sociale, ossia sono percepiti come indicatori di scarsa cultura; a questi è stata aggiunta una breve rassegna di presunti errori che invece meritano di essere sottoposti a un esame più approfondito: scopriremo che forse sono meno sbagliati di quanto immaginassimo.
Un libro scritto in un italiano molto discorsivo (pur se impeccabile) e di facilissima comprensione, per ricomporre la connessione degli italiani con la loro lingua e costruirvi uno “stil novo” reimmaginato ai tempi di tweet ed emoji dilaganti.
La lingua cambia ed è giusto che così sia, perché rappresenta la formattazione del nostro pensiero e del nostro modo di interpretare il mondo. L’importante è che il cambiamento segua linee utili e non semplici strade di comodo. Recuperare il filo del discorso è fondamentale, partendo da quel che più è importante per tutti noi: prima l’Italiano.