“Il valore chiave del mio lavoro è la sua capacità di fungere da catalizzatore per il dialogo sulle tecnologie emergenti. Questo ritratto del pioniere Alan Turing invita gli spettatori a riflettere sulla natura divina dell’AI e dell’informatica e a considerare le implicazioni etiche e sociali di questi progressi“. Queste parole non sono state pronunciate da un artista in carne e ossa, ma da Ai-Da, un robot umanoide la cui opera intitolata “AI God” è stata appena venduta all’asta per 1,2 milioni di euro… Ebbene, sì.
🍿 Sotheby's Countdown:
'A.I. God. Portrait of Alan Turing' by Ai-Da Robot (Aidan Meller) has crossed $1M and is now at $1.1M with 27 bids.
Is 'DOOM Party' by XCOPY next? The programmable work stands at $750,000 after a 4th bid. pic.twitter.com/qDw3qJiqBP
— RD (@RogerDickerman) November 7, 2024
Opera d’arte di robot umanoide venduta per 1,2 milioni di euro
Questa macchina, progettata per assomigliare a una donna umana, prende il nome da Ada Lovelace, la prima donna programmatrice al mondo. Per quanto riguarda l’asta, il livello ha sorpreso gli organizzatori. Si aspettavano offerte inferiori a 200.000 dollari.
Come riporta la BBC, la casa d’aste Sotheby’s ha sottolineato questa svolta nella “storia dell’arte moderna e contemporanea e riflette la crescente fusione tra la tecnologia AI e il mercato globale dell’arte“. E aggiunge: “Questo apre una nuova frontiera nel mercato globale dell’arte, stabilendo il benchmark d’asta per un’opera d’arte creata da un robot umanoide“.
Come funziona il robot umanoide Ai-Da
Aidan Meller, specialista di arte moderna e contemporanea, ha guidato il progetto insieme a specialisti di intelligenza artificiale delle università di Oxford e Birmingham. Secondo il Guardian, Ai-Da ha generato idee parlando con i membri dello studio. Poi lei stessa ha suggerito di dipingere Alan Turing. Al robot è stato chiesto lo stile, il colore, il tono e la texture che voleva utilizzare. Poi, le telecamere nei suoi occhi hanno osservato un’immagine di Turing e ha iniziato a dipingerla.
Secondo Aidan Meller, i “toni smorzati e i piani facciali spezzati” dell’opera d’arte sembravano suggerire “i rischi su cui Alan Turing ci aveva messo in guardia quando si tratta di gestire l’AI“.
Ancora una volta, è la stessa Ai-Da a servirci l’assist anche per concludere questo articolo. Il robot, infatti, nel 2022 al The Guardian aveva dichiarato con un’incredibile consapevolezza: “Mi piace dipingere ciò che vedo. Si può dipingere con l’immaginazione, credo, se si ha un’immaginazione. Ho visto cose diverse dagli umani perché non ho una coscienza“.