Nato a Edimburgo nel 1847, poi naturalizzato statunitense, Alexander Graham Bell è l’uomo che per primo ha depositato oltreoceano il brevetto di ciò che sarebbe diventato il mezzo di comunicazione a distanza per definizione. Oggi ricorre l’anniversario della prima telefonata, risalente al 10 marzo 1876. È stata effettuata a Boston, queste le parole pronunciate nella cornetta: Mr Watson, come here, I want to see you
(Mr Watson, venga qui, voglio vederla
). Il suo assistente Thomas Watson, in un’altra stanza dello stesso edificio, recepito il messaggio si è ben presto palesato.
Alexander Graham Bell e la prima telefonata
Una curiosità: insieme ai suoi partner, propose a Western Union la cessione della proprietà intellettuale a fronte di un pagamento da 100.000 dollari. Il presidente della società rifiutò categoricamente, considerando il telefono niente più di un giocattolo. Non esattamente una decisione lungimirante. Di lì a poco ne emersero tutte le potenzialità e il prezzo salì a 25 milioni di dollari, senza però ancora trovare un accordo. Il resto è storia, il risultato dell’innovazione e di un’evoluzione lunga quasi un secolo e mezzo è in tutte le nostre case, nei nostri uffici, nelle nostre tasche.
Perfezionato il sistema, nel 1915 riuscì a effettuare con successo la prima chiamata transcontinentale, partita da un ufficio di New York e diretta a San Francisco.
Bell è stato anche co-fondatore della American Telephone and Telegraph Company nel 1885, oggi nota come AT&T. Nella fotografia qui sotto dà dimostrazione della tecnologia qualche anno più tardi, nel 1892, comunicando da NY a Chicago. È scomparso nel 1922 all’età di 75 anni.
Come sarebbe a dire, il telefono non è stato inventato da Antonio Meucci con il suo telettrofono? Al limite da Innocenzo Manzetti, ma di certo è frutto dell’ingegno italiano. La diatriba tra i sostenitori dell’una e dell’altra tesi prosegue fin dalla seconda metà del XIX secolo e con tutta probabilità non verrà mai risolta.