Sembra proprio che si sia prossimi alla definizione delle regole che presiederanno all’assegnazione delle licenze WiMax . In occasione del Wlan Business Forum di Milano del 19 aprile, il Commissario dell’Autorità per le garanzie delle Comunicazioni Enzo Savarese ha presentato alcune anticipazioni relative al regolamento dell’Autorità che disciplinerà la gare delle assegnazioni delle licenze per il WiMax.
Premesso un doveroso plauso all’Autorità per aver predisposto in tempi brevi una disciplina molto analitica dello scenario normativo relativo al WiMax, non fosse altro per la pazienza mostrata dall’Autorità nell’analizzare i 74 contributi che le sono giunti in risposta alla consultazione pubblica lanciata alla fine dello scorso anno, è possibile tracciare un primo bilancio di quella che sembra essere l’impostazione data dall’Autorità al meccanismo di gare.
La banda disponibile
La banda disponibile è stata resa suddivisibile in 3 diritti d’uso di ampiezza. Quindi ci saranno 3 lotti distinti per ciascuna area di estensione geografica prevista.
Ad uno stesso soggetto potrà essere assegnato un solo diritto d’uso per ciascuna area di estensione geografica prevista ma può ottenere tale diritto su tutte le aree previste.
La durata dei diritti d’uso sembra essere stata fissata a 15 anni.
In sostanza, se verranno confermate le anticipazioni, si potranno creare delle reti nazionali WiMax.
La soluzione proposta è in grado di premiare i grandi operatori e tutti coloro che avranno le risorse (soprattutto economiche) da destinare alla creazione di una rete WiMax di livello nazionale.
Le licenze hanno base regionale
L’assegnazione dei diritti d’uso avverrebbe a livello regionale, con la possibilità per il Ministero di aggregare le stesse su base macroregionale facendo riferimento a criteri di uniformità e di indici di popolazione servibile e del piano di copertura obbligatoria.
Dunque viene esclusa la possibilità di ottenere licenze provinciali o comunali.
Avremo in sostanza Reti WiMax regionali (o macro regionali) previste dalla norma, e reti nazionali di fatto (se un operatore ottiene il diritto per tutte le zone previste).
Analizzando nel complesso la proposta di regolamentazione si ha l’impressione che i “vincitori” dell’ambita gara per l’assegnazione delle frequenze saranno:
– gli Enti Locali o aggregazioni di esse (o meglio le emanazioni societarie di quest’ultime) che opereranno presumibilmente nelle zone geografiche particolarmente sfavorite dal punto di vista del digital divide
– gli Operatori di Telecomunicazioni in grado di realizzare una rete WiMax nazionale, ovvero di investire risorse economiche per aggiudicarsi le licenze nelle zone più ricche della nostra penisola.
Gli investimenti economici per aggiudicarsi le licenze saranno infatti probabilmente difformi da zona a zona.
La tipologia di asta
La tipologia di asta sembrerebbe essere quella aperta a rilanci multipli simultanei ascendente per lotti differenti (come è avvenuto in Germania). Il valore minimo delle aste sarà fissato nel bando di gara.
Si introduce un canone annuo fisso, come in altri Paesi, secondo una percentuale non superiore al 20% del valore minimo previsto dal bando di gara per le procedure di assegnazione.
Quindi l’esborso economico delle società partecipanti (che devono essere necessariamente società di capitali ed eventualmente anche consortili) è doppio: una somma per aggiudicarsi la licenza e una somma annua che non supererà il 20% della base d’asta.
La doppia previsione, che effettivamente è già stata utilizzata in altri Paesi, rende effettivamente onerosa la partecipazione alla gara e la successiva assegnazione. La speranza è che il termine del 20% sia posto solo come limite e che il canone annuo sia dunque inferiore alla soglia limite.
Occorre ora affrontare il tema del digital divide e degli obblighi di copertura e le misure asimmetriche a tutela della concorrenza, e dei servizi mobili tramite WiMax.
Fulvio Sarzana di S.Ippolito
Studio Legale Sarzana e Associati