La vita di Noland Arbaugh, primo paziente umano ufficiale di Neuralink, è cambiata radicalmente da quando gli è stato impiantato il chip nel cervello. Da giocare a Civilization IV senza toccare il mouse a regnare incontrastato sulla pista di Mario Kart, la vita di Noland non è più stata la stessa dopo il successo dell’operazione. Ma non c’è solo il videogioco nella vita, e si scopre che Noland ha passato gli ultimi mesi ad affinare le sue capacità anche in altri settori.
Eve, il chip che sussurra al cervello
Bloccato su una sedia a rotelle da un incidente subacqueo avvenuto otto anni fa, Arbaugh ha chiamato il suo impianto Eve. Questo piccolo dispositivo a forma di moneta è diventato il suo compagno quotidiano, aprendo porte che pensava non si sarebbero mai aperte. “Attualmente sto imparando il francese e il giapponese per circa tre ore al giorno utilizzando diverse risorse“, ci racconta in un tweet sul suo account X. Ma le sue ambizioni non si fermano qui: “Ho deciso di studiare nuovamente la matematica da zero, nella speranza di tornare all’università un giorno“.
Oltre ai suoi progetti personali, Arbaugh trascorre circa 20 ore alla settimana lavorando con il team di Neuralink. “Ogni giorno facciamo molti esperimenti per migliorare il sistema a beneficio di tutti coloro che mi seguono“, spiega, consapevole del suo ruolo di pioniere.
Today is seven months since I had my surgery. Here's a quick update.
Currently
I'm in session with the great staff at Neuralink Monday through Friday for roughly four hours each day.
I'm working on using different body parts and movements for left, right, and middle click.
I'm…— Noland Arbaugh (@ModdedQuad) August 29, 2024
Alti e bassi: la strada tortuosa dell’innovazione
Il viaggio di Arbaugh è stato miracoloso nel primo senso della parola, ma non è stato privo di insidie. Pochi mesi dopo l’impianto, Arbaugh ha notato una perdita di funzionalità piuttosto significativa nel chip. Gli ingegneri di Neuralink hanno scoperto che alcuni dei fili che collegano l’impianto al cervello si erano ritratti. Fortunatamente, grazie alle regolazioni algoritmiche, sono riusciti a recuperare gran parte dell’energia dell’impianto.
Questo incidente è servito da lezione preziosa: per il secondo paziente, Neuralink sostiene di aver risolto il problema impiantando i fili più in profondità nel tessuto cerebrale. Un’illustrazione perfetta del processo di apprendimento insito in ogni innovazione medica all’avanguardia.
L’avventura di Noland Arbaugh con Neuralink suscita aspetattive e domande. Da un lato, offre speranza alle persone affette da paralisi. Dall’altro, ci pone di fronte alle sfide etiche e tecniche del transumanesimo e dell’espansione del cervello. Sebbene Arbaugh sogni già di vedere “la FDA dargli il via libera per controllare un’auto, un drone, forse un robot o due o 10.000“, la cautela è ancora d’obbligo. Come sottolinea ironicamente Arbaugh: “Prima dobbiamo assicurarci che questa tecnologia sia sicura…“.