Primo paziente Neuralink usa chip per imparare nuove lingue

Primo paziente Neuralink usa chip per imparare nuove lingue

Noland Arbaugh, primo paziente con Neuralink, usa il chip per apprendere nuove lingue e prepararsi a riprendere gli studi universitari.
Primo paziente Neuralink usa chip per imparare nuove lingue
Noland Arbaugh, primo paziente con Neuralink, usa il chip per apprendere nuove lingue e prepararsi a riprendere gli studi universitari.

La vita di Noland Arbaugh, primo paziente umano ufficiale di Neuralink, è cambiata radicalmente da quando gli è stato impiantato il chip nel cervello. Da giocare a Civilization IV senza toccare il mouse a regnare incontrastato sulla pista di Mario Kart, la vita di Noland non è più stata la stessa dopo il successo dell’operazione. Ma non c’è solo il videogioco nella vita, e si scopre che Noland ha passato gli ultimi mesi ad affinare le sue capacità anche in altri settori.

Eve, il chip che sussurra al cervello

Bloccato su una sedia a rotelle da un incidente subacqueo avvenuto otto anni fa, Arbaugh ha chiamato il suo impianto Eve. Questo piccolo dispositivo a forma di moneta è diventato il suo compagno quotidiano, aprendo porte che pensava non si sarebbero mai aperte. “Attualmente sto imparando il francese e il giapponese per circa tre ore al giorno utilizzando diverse risorse“, ci racconta in un tweet sul suo account X. Ma le sue ambizioni non si fermano qui: “Ho deciso di studiare nuovamente la matematica da zero, nella speranza di tornare all’università un giorno“.

Oltre ai suoi progetti personali, Arbaugh trascorre circa 20 ore alla settimana lavorando con il team di Neuralink. “Ogni giorno facciamo molti esperimenti per migliorare il sistema a beneficio di tutti coloro che mi seguono“, spiega, consapevole del suo ruolo di pioniere.

Alti e bassi: la strada tortuosa dell’innovazione

Il viaggio di Arbaugh è stato miracoloso nel primo senso della parola, ma non è stato privo di insidie. Pochi mesi dopo l’impianto, Arbaugh ha notato una perdita di funzionalità piuttosto significativa nel chip. Gli ingegneri di Neuralink hanno scoperto che alcuni dei fili che collegano l’impianto al cervello si erano ritratti. Fortunatamente, grazie alle regolazioni algoritmiche, sono riusciti a recuperare gran parte dell’energia dell’impianto.

Questo incidente è servito da lezione preziosa: per il secondo paziente, Neuralink sostiene di aver risolto il problema impiantando i fili più in profondità nel tessuto cerebrale. Un’illustrazione perfetta del processo di apprendimento insito in ogni innovazione medica all’avanguardia.

L’avventura di Noland Arbaugh con Neuralink suscita aspetattive e domande. Da un lato, offre speranza alle persone affette da paralisi. Dall’altro, ci pone di fronte alle sfide etiche e tecniche del transumanesimo e dell’espansione  del cervello. Sebbene Arbaugh sogni già di vedere “la FDA dargli il via libera per controllare un’auto, un drone, forse un robot o due o 10.000“, la cautela è ancora d’obbligo. Come sottolinea ironicamente Arbaugh: “Prima dobbiamo assicurarci che questa tecnologia sia sicura…“.

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Pubblicato il
31 ago 2024
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