Prima denuncia i principali siti di videosharing. Poi se la prende con The Pirate Bay . In seguito, dichiara che “Internet è finita”. E la crociata di Prince contro la pirateria online non accenna a terminare. “La pirateria è una corsa all’oro. O un furto d’auto. Non ci sono confini”: questa l’ultima sortita di The Artist in merito alla questione della condivisione illecita di contenuti.
Nel corso di un’ intervista rilasciata al Guardian , l’interprete di “Purple Rain” è tornato a parlare di copyright e di tutela della proprietà intellettuale e artistica, sottolineando di non avere intenzione di produrre nuovi album fino a quando i problemi riguardanti il “furto” di opere protette non saranno risolti.
Ma la critica di Prince non si limita solo a fenomeni particolari che caratterizzano la Rete, ma si rivolge a Internet tout court , poco tollerata secondo un giudizio estetico piuttosto che etico: “Personalmente non sopporto la musica digitale”, dice l’artista di Minneapolis. “Si tratta di un suono fatto di bit. Interessa una parte differente del cervello. Quando lo ascolti non senti nulla. Noi siamo esseri analogici, non digitali”.
In passato, il cantante pop aveva già dato prova della sua radicale avversione nei confronti della Rete, chiedendo la rimozione di tutti i fansite contenenti materiale non autorizzato che lo riguardava. Con la campagna “Reclaim The Internet”, inoltre, si minacciava siti quali YouTube, eBay e The Pirate Bay di ricorrere alle vie legali qualora il materiale non autorizzato fosse rimasto online.
Nonostante sbandieri effetti negativi della pirateria sulle vendite, Prince rimane uno degli artisti pop più forti sul mercato. Nel 2007, è riuscito a collezionare 21 concerti sold out alla O2 arena di Londra, guadagnando più di 15 milioni di euro.
Cristina Sciannamblo