Sarebbe scontato ribadire quanto Prince of Persia sia stato importante per un’intera generazione di videogiocatori, ma lo facciamo lo stesso, perché così è. Per molti (compreso il sottoscritto) ha rappresentato uno dei primi punti di contatto con il mondo gaming, un titolo divenuto poi una serie, giunta fino ai giorni nostri nelle sue molteplici incarnazioni, tra alti e bassi.
Un salto alle origini di Prince of Persia
Uscito nel 1989, inizialmente solo su Apple II, ha catturato fin da subito l’attenzione per la qualità delle sue animazioni. È proprio a queste, e alla loro particolare genesi, che è dedicato questo articolo. Il suo unico sviluppatore, Jordan Mechner, ha condiviso il filmato visibile qui sotto, risalente all’autunno del 1985. Mostra le riprese effettuate con la collaborazione del fratello David, nel parcheggio della loro scuola, che hanno poi portato su schermo quell’eroe senza nome che noi avremmo fatto inesorabilmente cadere da piattaforme altissime, infilzato con aculei posizionati in fondo ai pozzi e vivisezionato senza pietà in trappole disseminate lungo il cammino. Questa la descrizione.
L’animazione del mio gioco Prince of Persia, del 1989, arriva da un video che ho registrato, con mio fratello (all’epoca 15enne) nel parcheggio della nostra scuola superiore a Chappaqua, NY. Questo è il materiale originale dell’ottobre 1985.
La tecnica impiegata è quella del rotoscopio, con i fotogrammi del gioco realizzati ricalcando i frame della registrazione originale.
La storia di Jordan Mechner, della sua famiglia e di come suo fratello 15enne sia diventato quasi involontariamente un protagonista dell’industria videoludica, è raccontata nel romanzo a fumetti intitolato Replay: Memoir of an Uprooted Family.
Qualche anno fa, l’autore ha pubblicato su GitHub il codice sorgente del Prince of Persia originale, opera senza la quale non avremmo mai potuto giocare a Another World e Flashback, solo per fare due celebri esempi che ne hanno tratto ispirazione.