L’artista precedentemente noto per le profezie riguardo alla fine di Internet conferma la propria determinazione nel voler dettare legge sulle dinamiche dei mercati online: in un guizzo seguito alla pubblicazione dell’ultimo singolo, Prince ha proceduto ad ordinare la rimozione del proprio catalogo dalle maggiori piattaforme di streaming musicale a cui aveva aderito.
Prince si concede parsimoniosamente su SoundCloud, piattaforma che si prepara ad estendere il proprio raggio d’azione verso un’offerta di streaming completa, pur essendo in odore di scontro con le major . Attraverso SoundCloud ha consegnato alle platee connesse il proprio ultimo singolo, Hardrocklover , non senza qualche esitazione . Nel giro di poche ore, la sua musica ha iniziato ad essere rimossa dalle altre piattaforme.
Spotify racconta così la propria versione: “il publisher di Prince ha chiesto la rimozione del suo catalogo a tutte le piattaforme di streaming”. Spotify lascia intendere di non essere la sola ad essere stata ammutolita dall’artista: Rdio , allo stesso modo, ha accolto la richiesta, mentre le sue opere permangono su Deezer , Google Play Music , con YouTube che continua a proporre video ufficiali e non. Warner, lo scorso anno, si è aggiudicata la possibilità di decidere della distribuzione dei maggiori successi della star: per questo alcune opere potrebbero continuare a rappresentarlo anche dopo la sua richiesta di rimozione. L’obiettivo di Prince, si mormora, sarebbe quello di negoziare nuovi accordi con le piattaforme per i brani su cui l’artista ha pieno dominio. Tidal , secondo gli osservatori , sarebbe l’unico servizio a cui sarebbero stati concessi, per l’ascolto ad alta qualità e per una retribuzione che Prince evidentemente ritiene degna della sua persona.
Attraverso il proprio account Twitter e citando stralci di articoli pubblicati in Rete, Prince non ha celato la propria avversità rispetto al modello di business dei servizi di streaming, e in particolare contro Spotify, fra le prime a posizionarsi agli albori del mercato non senza l’appoggio delle major, non senza pagare il fio . Forse incoraggiato dalla strategia della volitiva Taylor Swift, che si è scagliata contro lo streaming per preparare il terreno adatto a trarne vantaggio , l’artista continua a perseguire le proprie istanze: qualità , adeguatamente retribuita , o il silenzio .