Privacy, Berlino e Washington scrivono a Apple

Privacy, Berlino e Washington scrivono a Apple

La nuova formulazione delle licenze d'uso non piace agli osservatori: molti dubbi su quali e quante informazioni vengono raccolte. USA e Germania chiedono sia fatta chiarezza
La nuova formulazione delle licenze d'uso non piace agli osservatori: molti dubbi su quali e quante informazioni vengono raccolte. USA e Germania chiedono sia fatta chiarezza

Le nuove diposizioni per la privacy imposte da Apple ai suoi utenti tramite il contratto di licenza standard sono finite nel mirino di Washington e di Berlino.

Il problema riguarda le informazioni raccolte sull’esatta localizzazione degli utenti dei device con la Mela, e il loro sfruttamento (con le disposizioni attuali potenzialmente anche in collaborazione con altri partner commerciali).

Il problema è nella natura del contratto che non permette, praticamente, agli utenti di negoziare le singole clausole, né di rifiutarle senza rinunciare a sostanziali caratteristiche dei prodotti acquistati.

I Deputati del Congresso Edward J. Markey e Joe Barton hanno così inviato una lettera a Steve Jobs , esprimendo le loro preoccupazioni e chiedendo chiarificazioni: proprio i termini generali in cui è espressa la clausola relativa alla geolocalizzazione lascerebbero fin troppo spazio di manovra a Cupertino.

Gli uomini del congresso vogliono quindi sapere quali informazioni raccoglierà di preciso Apple e rispetto a quali device, come verranno utilizzate, chi avrà accesso, nonché quali misure sono state adottate per assicurarsi che i dati vengano effettivamente trattati anonimamente.

Stesse preoccupazioni sono state espresse dal ministro della Giustizia tedesco , Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, che avrebbe già richiesto ad Apple di divulgare informazioni più precise circa i dati raccolti.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
28 giu 2010
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