Privacy, di chi si fidano gli utenti

Privacy, di chi si fidano gli utenti

Le grandi aziende statunitensi classificate in base alla fiducia accordata dagli utenti in materia privacy. Migliorano Microsoft e Mozilla, sprofondano Apple e Google. Ma i netizen americani non sono per nulla ottimisti
Le grandi aziende statunitensi classificate in base alla fiducia accordata dagli utenti in materia privacy. Migliorano Microsoft e Mozilla, sprofondano Apple e Google. Ma i netizen americani non sono per nulla ottimisti

Il Ponemon Institute ha pubblicato la versione 2012 del suo studio sulle aziende più affidabili per la privacy secondo i netizen statunitensi. Nella “Top 20” le corporation IT la fanno da padrone, con esclusioni particolarmente pesanti che comprendono Google, Apple, Yahoo! e altri.

Basato su un’indagine condotta su 100mila consumatori adulti e 6.704 risposte, la classifica Ponemon incorona American Express, Hewlett-Packard e Amazon come le aziende a cui gli utenti guardano con maggior fiducia quando si tratta della gestione dei dati personali, la cessione a terzi di questi dati e questioni similari.

Per quanto riguarda i maggiori protagonisti del mercato telematici, eBay si piazza al nono posto mentre Microsoft e Mozilla riescono per il primo anno a entrare nella Top 20 rispettivamente in 17esima e 20esima posizione.

Apple, Google, Yahoo? Per gli utenti statunitensi interpellati sono i “cattivi” e non meritano particolare fiducia, almeno sul fronte della riservatezza e del trattamento dei dati personali. Mozilla, dal canto suo, sottolinea la conquista del titolo di “Most Trusted Internet Company for Privacy” anche se nella Top 20 si è piazzata buon’ultima.

Ma al di là dei brand altisonanti chiamati in causa, la ricerca Ponemon evidenzia soprattutto la scarsissima (e decrescente) fiducia degli utenti nei confronti del mondo tecnologico: il 59 per cento degli utenti sostiene che i diritti alla privacy si vanno via via indebolendo, il 77 per cento dice di aver ricevuto notifiche di violazione dei dati e solo il 35 per cento (in caduta rispetto agli anni passati) sente di avere il pieno controllo sulle informazioni personali fornite a quel famelico mostro di identità digitali in cui si è trasformata l’industria IT.

Alfonso Maruccia

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
31 gen 2013
Link copiato negli appunti