Con la stagione delle festività ormai alle porte e con il Black Friday che incombe molti di noi cederanno alla tentazione di acquistare uno dei dispositivi connessi che possiamo ricondurre alle categorie della smart home e della Internet of Things. Possiamo però davvero stare tranquilli e contare sulle misure introdotte dai produttori per la tutela della nostra privacy? Oppure dobbiamo guardare con sospetto a quel gadget tecnologico che tanto ci attira?
Device connessi e privacy
Mozilla ha provato a rispondere a queste domande, con la pubblicazione di Privacy Not Included. Il sito elenca 70 prodotti tra i quali figurano console videoludiche e smart speaker, display intelligenti e videocamere per la sorveglianza della casa, set-top box da collegare al televisore e baby monitor. Per ognuno è stata condotta una valutazione, così da far emergere eventuali gap da colmare in termini di tutela dello spazio privato. Vi sono tabelle dettagliate con informazioni, ad esempio, sull’impiego della crittografia, sulla condivisione dei dati raccolti con le terze parti, sulla ricezione automatica degli update e sulle modalità di interazione con i servizi di assistenza offerti dall’azienda.
Facendo click sul pulsante Filter posizionato nella parte superiore è possibile restringere la ricerca nell’archivio in base al livello di Creepiness, ovvero quanto un dispositivo presenta una possibile minaccia o una lacuna in termini di rispetto per la privacy.
Ogni prodotto è accompagnato da una breve scheda descrittiva. Quasi la metà (33 su 70) può vantare l’ottenimento di una coccarda che testimonia la conformità con gli standard minimi di sicurezza introdotti da Mozilla per quanto concerne l’ambito IoT. Un esempio è costituito dagli smart display Echo Show ed Echo Spot di Amazon, promossi come visibile di seguito.
Ricorrendo al già citato slider per regolare il livello di Creepiness si apprende che in fondo alla lista c’è il baby monitor FREDI. Stando a Mozilla non fa molto per tutelare la privacy degli utenti, i più piccoli e i loro genitori, adottando sistemi di sicurezza ritenuti non sufficientemente solidi e già più volte messi in ginocchio dai malintenzionati.
I baby monitor sono utili. Permettono a mamma e papà di tenere d’occhio i loro piccoli quando fanno altro. Al tempo stesso, sono videocamere posizionate nella stanza dei figli che catturano ogni momento. La cosa si fa inquietante se il dispositivo, come in questo caso, è stato più volte violato e utilizza una password di default come “123”, non potendo nemmeno contare su una privacy policy messa a disposizione dal produttore.
Gli utenti possono interagire con le schede di ogni prodotto compilate da Mozilla, attraverso la modalità tipicamente social del like/dislike, in modo da assegnare a ogni device un voto positivo oppure negativo, condividendo con gli altri la propensione ad acquistarlo o meno.