Privacy e minori, Garanti in stato di allerta

Privacy e minori, Garanti in stato di allerta

Siti e applicazioni popolari fra i più piccoli raccolgono inopportunamente dati personali e incoraggiano agli acquisti: il Garante italiano promette indagini
Siti e applicazioni popolari fra i più piccoli raccolgono inopportunamente dati personali e incoraggiano agli acquisti: il Garante italiano promette indagini

Le app e i siti che conquistano l’interesse dei netizen più giovani non sanno offrire le garanzie che le autorità di mezzo mondo vorrebbero fossero assicurate per tutelarli da rastrellamenti di dati, advertising e inviti all’acquisto mediato dai generosi conti correnti dei genitori.

I dati emersi dall’indagine a tappeto condotta nel mese di maggio dal Global Privacy Enforcement Network (GPEN), che raccoglie le autorità che operano a tutela della privacy dei cittadini di 28 paesi del mondo, mettono in luce quelle che il Garante Italiano definisce “pesanti violazioni”. L’authority italiana si è fatta carico di analizzare 35 esempi scelti fra “le app e i siti internet più utilizzati dai bambini italiani”, 22 applicazioni e 13 siti che non vengono esplicitamente chiamati in causa ma che afferiscono al settore educational, all’intrattenimento videoludico, al social networking o propongono servizi online offerti da canali televisivi dedicati all’infanzia.

La gran parte dell’offerta per i minori presa in esame dal Garante mostra di peccare sul fronte dell’ identificazione : dati personali vengono raccolti in 30 casi su 35, richiedendo in 25 casi la registrazione con almeno un indirizzo email di riferimento, in 20 casi con il nome. 19 siti o app registrano l’indirizzo IP, 18 l’identificativo unico dell’utente, mentre 13 dei servizi analizzati impone nelle condizioni d’uso di autorizzare l’accesso a foto e video e 11 servizi richiedono l’accesso ai dati di geolocalizzazione. La situazione non appare troppo differenziata a livello globale: il 67 per cento dei 1500 siti e app presi in esame dalle authority che fanno parte di GPEN, apprezzati dai più piccoli ma spesso rivolti a maggiorenni , raccoglie informazioni personali sui minori. A poco sembrano servire condizioni d’uso che limitino l’utilizzo del servizio ad un pubblico di maggiore età: oltre a risultare spesso incomplete, appaiono sovente incomprensibili allo stesso pubblico adulto che dovrebbe saper scegliere se accordare o rifiutare consapevolmente l’accesso a dati di volta in volta utili a fornire o migliorare i servizi stessi oppure a rendersi disponibili ad un tracciamento pervasivo. Mentre le soluzioni di autenticazione per limitare l’accesso dei più piccoli sono ancora tutte da definire, poi, sono solo il 31 per cento a livello globale i siti e le app che sanno offrire meccanismi efficaci per limitare la raccolta di dati personali di minori.

Il garante italiano ha poi rilevato come 23 dei 35 esempi analizzati preveda la condivisione con terze parti dei dati raccolti, in una proporzione ancora maggiore rispetto a quella riscontrata su scala globale (50 per cento). Sono le finalità commerciali a preoccupare in primo luogo il garante italiano: banner di terze parti, in alcuni casi non destinati all’infanzia, campeggiano su 23 dei servizi analizzati e alcune delle applicazioni incoraggiano agli acquisti in-app , supportate da modelli freemium che hanno spesso sollecitato l’ attenzione delle autorità perché basati su meccanismi in grado di sollecitare le spese di minori incosapevoli .

Il Garante italiano lamenta poi la mancanza di strumenti parental control che permettano ai più piccoli e ai loro genitori di limitare la diffusione di dati personali: se alcuni siti offrono questa possibilità, si osserva altresì che su scala globale solo il 24 per cento dei siti e delle app promuove il coinvolgimento dei genitori.
“I genitori devono seguire i loro figli in questo percorso di crescita anche tecnologica”, avverte il Presidente dell’authority italiana Antonello Soro, anche perché “molte società che gestiscono siti e sviluppano app dimostrano un approccio irresponsabile nei confronti dei minori”. A questo proposito l’autorità italiana farà seguire all’indagine delle “specifiche attività ispettive” nei confronti di 8 dei siti e delle app prese in esame.

Gaia Bottà

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
8 set 2015
Link copiato negli appunti