Un documento di quasi 10 pagine, diramato dai vertici di Facebook per un breve periodo di consultazione pubblica, per rastrellare commenti e feedback da parte degli utenti. E se gli iscritti giapponesi o coreani non hanno mostrato il minimo interesse per la nuova privacy in blu, i netizen tedeschi sembrano ormai sul piede di guerra .
Le modifiche apportate dal social network nel suo Statement of Rights and Responsibilities non hanno affatto soddisfatto i garanti della Germania: le regole aggiornate di Facebook introdurrebbero più oneri che diritti . Le autorità tedesche hanno infatti illustrato alcuni esempi sulla scarsa adesione delle policy alle leggi europee sulla privacy degli utenti.
Il sito in blu ha dunque consigliato ai suoi iscritti di “non taggare quegli amici che non vogliono essere riconosciuti in una determinata foto”. Ma cosa significa? Secondo il garante tedesco, dovrebbe essere Facebook – e non l’utente – a determinare e proteggere con specifiche opzioni gli utenti non vogliono essere taggati .
La stessa piattaforma di Mark Zuckerberg ha ammesso di non aver introdotto “modifiche così ampie”. Ad esempio, l’espressione “privacy policy” è stata modificata in “data use policy”. A detta del social network, una mossa per rendere più chiare e trasparenti le condizioni d’uso per gli utenti.
“Non credo che cambieranno alcunché”, ha sottolineato un portavoce dell’authority tedesca per la protezione dei dati personali. Il nuovo documento dovrebbe entrare in vigore nel prossimo mese di aprile. Da Berlino arriva comunque un messaggio forte: la data use policy di Facebook non sarebbe allineata con le leggi nazionali e comunitarie .
Mauro Vecchio