New York (USA) – I gruppi pro-privacy guardano con orrore al “Customer Profile Exchange”, CPEX per gli amici, un nuovo strumento che viene messo a punto dai pubblicitari americani in queste settimane. Uno strumento che, in sintesi, consentirà alle aziende di scambiarsi i dati personali degli utenti internet. Per vendere meglio occorre, infatti, sapere il più possibile sulla propria clientela, anche quella potenziale..
In realtà CPEX viene proposto come inoffensivo perché si tratta fondamentalmente di una questione “tecnica” come un formato dati: le informazioni su utenti e clienti raccolte dalle aziende che aderiranno avranno infatti un formato standard e in questo modo diverranno più facilmente oggetto di scambio. E a giugno 2000 è previsto il suo lancio.
I pubblicitari si difendono sostenendo che ormai non c’è altra via se non il cosiddetto one to one marketing. Ma i gruppi che si battono per la privacy contestano il CPEX e questo genere di strumenti. Secondo il Center for Media Education i pubblicitari “vogliono creare uno standard in modo da poter vendere i profili di ognuno come si fa al mercato rionale. Vogliono facilitare il trasporto di questi dati”.
Una posizione simile è quella di Junkbusters: “se costruito con attenzione potrebbe rendere più semplice alle aziende adottare migliori pratiche di raccolta dati. Ma poiché nessuno standard può garantire l’adozione di quelle pratiche, questo sistema ha il potenziale di fare molto peggio agevolando semplicemente il trasferimento di dati personali da un’azienda all’altra”.