Una lettera aperta al CEO di Google Larry Page, firmata dai rappresentanti dell’ Article 29 Working Party , l’organismo europeo per la tutela della privacy di milioni di cittadini del Vecchio Continente. Obiettivo della missiva, richiamare i vertici del colosso di Mountain View sul nuovo pacchetto di policy annunciato nello scorso gennaio.
Troppo numerosi – e soprattutto popolari – i servizi offerti da Google ai netizen comunitari . Le possibili conseguenze di una revisione così significativa delle norme in materia di privacy dovranno così passare al vaglio delle autorità europee, grazie al ruolo di coordinamento intrapreso dall’organismo francese Commission nationale de l’informatique et des libertés (CNIL).
Il colosso californiano dovrebbe pertanto congelare temporaneamente il processo d’adozione delle nuove policy – Google vorrebbe iniziare dal prossimo 1 marzo – in attesa del completamento delle indagini. Per evitare pericolosi “fraintendimenti sull’impegno di Google per il diritto degli utenti ad essere informati”.
E la Grande G non sembra aver preso bene la lettera dell’ Article 29 Working Party , dopo aver rassicurato il Congresso statunitense sull’assoluta buona fede dei cambiamenti annunciati. Un portavoce della stessa Google ha parlato della “più grande campagna informativa nella storia dell’azienda”. Eventuali ritardi finirebbero col causare solo confusione: “Dunque no, non ci fermeremo”.
Mauro Vecchio