Roma – Il bombardamento telefonico che gli utenti subiscono da parte di compagnie telefoniche e altre aziende, per la promozione delle offerte commerciali, torna nel mirino del Garante della Privacy , che ha annunciato di voler applicare la linea dura per contrastare il fenomeno.
Le contromisure che l’Authority intende adottare consisteranno nella “applicazione di sanzioni amministrative, ulteriori ispezioni e, nei casi più gravi, divieto del trattamento dei dati personali”. Un nuovo pronunciamento che, di fatto e nella sostanza, ribadisce i contenuti dell’allarme lanciato solo tre mesi fa : già allora il Garante aveva estratto un cartellino giallo all’indirizzo degli operatori telefonici, cui lo scorso febbraio aveva destinato un provvedimento con “specifiche misure per contrastare prassi illegittime come appunto l’attivazione di contratti, schede o servizi telefonici non richiesti dagli utenti e per evitare le telefonate di disturbo”.
“In particolare – sottolinea il comunicato diffuso il 28 dicembre dal Garante con riferimento al medesimo provvedimento – veniva stabilito che i gestori telefonici e call center devono contattare persone solo se queste hanno manifestato un preventivo consenso a ricevere chiamate e comunicazioni promozionali (consenso indicato da appositi simboli sugli elenchi telefonici); devono sempre spiegare agli interessati da dove sono stati estratti i dati personali che li riguardano; devono rispettare la volontà degli utenti di non essere più disturbati con offerte promozionali. Gli utenti possono comunque esigere di far cancellare i loro dati dal data base del call center nel quale siano stati indebitamente inseriti”.
Nonostante l’ammonizione circostanziata, sembra che nei mesi a seguire la situazione non sia affatto cambiata: lo stesso Garante dichiara infatti che “sulla base delle segnalazioni pervenute, ma anche del monitoraggio effettuato dalla stessa Autorità in questi mesi, non risulta tuttavia che il fenomeno si sia significativamente ridotto”. È necessario aggiungere che a tale attività di controllo, peraltro, negli ultimi mesi si è affiancata un’ inchiesta parallela condotta dal ministero delle Comunicazioni .
Le conclusioni insoddisfacenti a cui è giunto il Garante della Privacy, evidenziati dalla laconica osservazione “non risulta tuttavia che il fenomeno si sia significativamente ridotto” ha quindi portato alla volontà di dare un deciso giro di vite alla questione, agendo “sulla strada delle sanzioni amministrative nei casi di violazione” e intensificando l’attività di controllo, con nuovi accertamenti ispettivi che saranno condotti con la collaborazione della Guardia di Finanza.
“Nei casi in cui emergesse che società telefoniche e call center raccolgono dati in violazione delle norme – riferisce il Garante – o contattano utenti in modo illecito (specie quando sia stata registrata la loro volontà di non esser più disturbati), l’Autorità adotterà anche provvedimenti di divieto del trattamento dei dati”. Anche questa non velata “minaccia” non dovrebbe suonare come una novità alle orecchie degli operatori, dato che è stata più volte ventilata dal Garante in passato e ribadita in seguito allo scandalo delle intercettazioni .
Sul problema delle “chiamate di disturbo” interviene anche ADUC , segnalando che nella moltitudine di segnalazioni ricevute, ci sono anche vere e proprie truffe ai danni degli utenti: “Si va dai numerosi servizi attivati e mai richiesti, alle telefonate che violano la privacy dei cittadini per vendere prodotti telefonici, ad addebiti per telefonate che nessuno ha mai fatto”.
“Infine – conclude l’associazione – è bene ricordare che i gestori guadagnano su tutte le chiamate a numerazioni speciali, quindi anche agli 899 dei falsi premi”. Il riferimento è all’allarme lanciato dalla Polizia in relazione a messaggi truffaldini che vengono lasciati sulla segreteria telefonica di ignari utenti: “In occasione delle festività natalizie alcuni malintenzionati hanno fatto pervenire sulle utenze telefoniche domestiche di numerose persone messaggi registrati ingannevoli che annunciavano la vincita di premi (…) Questi messaggi registrati invitavano le potenziali vittime a contattare le numerazioni 899 o a valore aggiunto che in realtà propongono un servizio destinato agli adulti determinando soltanto gravosi costi nelle bollette telefoniche dei cittadini tratti in inganno. Ancora una volta la Polizia Postale e delle Comunicazioni invita i cittadini a segnalare alla Centrale operativa delle truffe informatiche ( Commissariato di PS ) tutte le situazioni che destino allarme o siano ritenute potenziali rischi”.
Dario Bonacina