New York – Se il sondaggio del Washington Post registra la soddisfazione degli utenti americani, le inchieste di New York Times e di altre testate evidenziano l’esatto contrario: il consumatore americano sarebbe molto preoccupato dalle intercettazioni telefoniche di massa autorizzate dal governo .
L’immagine di agenzie di intelligence che immagazzinano un’enorme mole di informazioni nei propri database ha scatenato un ampio dibattito, con i membri del Congresso che hanno chiesto spiegazioni e molti consumatori che hanno inviato lettere di lamentela ai giornali. “Non sappiamo ancora dove è nascosto Osama bin Laden, ma ora sono tranquillo, sapendo che il nostro governo sa quante volte ho chiamato mia nonna questa settimana per sapere come stava dopo che è caduta sabato scorso”, riferisce un lettore del New York Times.
L’emergere di questo fenomeno fa scivolare nell’occhio del ciclone provider e operatori telefonici.
“È troppo presto per sapere se ciò porterà i consumatori verso la telefonia via cavo”, afferma David Grabert, portavoce di Cox Communications . Ma nonostante che operatori via cavo, wireless e Internet non siano stati menzionati nei rapporti sulle intercettazioni approvate dal Governo diffusi la scorsa settimana, la realtà è che queste aziende potrebbero comunque non essere in grado di garantire la privacy dei propri clienti: “Se il presidente vincesse anche su questo, si può pensare che l’NSA potrebbe richiedere ad altri provider di partecipare”, dichiara Lisa Pierce, analista di Forrester Research , secondo la quale molte chiamate partono dai servizi via cavo o via Web ma finiscono sulla rete tradizionale se i riceventi sono clienti di AT&T, Verizon o BellSouth, che hanno una fetta di mercato vicina al 90% dell’intera utenza USA.
“Dovresti attraversare la città per parlare con qualcuno di persona con riservatezza”, sostiene Todd Rethemeier, analista di Sur Terre Research “Non ci sono modi per nascondersi da una cosa del genere”. Un sondaggio condotto da Newsweek rileva che il 53% degli intervistati non è favorevole al programma, mentre il 41% lo vede invece come necessario. Due avvocati del New Jersey hanno depositato una “class action” (principio che permette ad una collettività di costituirsi parte civile) venerdì scorso contro Verizon , con una richiesta di 5 miliardi di dollari di danni.
D.B.