Ulteriori guai per Google Street View in Australia, Regno Unito e USA. Il motivo è sempre lo stesso: violazione della privacy . Dopo che il rapporto commissionato dalla U.S.Federal Trade Commission (FCC) e dal Dipartimento di Giustizia statunitense aveva messo in luce che BigG, effettuando la mappatura delle strade per il servizio Street View, si appropriava anche dei dati personali dei residenti della zona, nel regno di Sua Maestà , nella terra dei canguri e nel paese a stelle e strisce potrebbero presto essere aperte nuove inchieste contro Mountain View.
A Londra l’Information Commissioner’s Office (ICO) sta studiando il rapporto statunitense per decidere se riaprire l’inchiesta contro BigG per violazione della privacy. In particolare, l’ente vuole capire se Google ha rispettato gli impegni assunti nel novembre 2010 sulle future procedure da seguire per la tutela dei dati personali.
A Canberra, la Australian Privacy Commission (APC) sta valutando se affidare alla polizia federale le indagini per capire se la violazione della privacy effettuata da BigG sia stata volontaria. Due anni fa Mountain View si scusò con il popolo australiano dicendo di aver commesso un “errore”. Tuttavia dal rapporto USA è emerso che un ingegnere impegnato su Street View voleva intenzionalmente raccogliere i dati personali dei residenti delle zone mappate. L’APC si è data tre settimane di tempo per valutare se Mountain View fosse a conoscenza della questione.
Nuove problematiche potrebbero però presto sorgere anche negli Stati Uniti. Due deputati democratici, Frank Pallone Jr. e John Barrow, rispettivamente dello stato del New Jersey e dello stato della Georgia, hanno chiesto al Dipartimento di Giustizia di riaprire l’indagine su Street View. I due parlamentari hanno scritto una lettera al Procuratore generale, Eric Holder, denunciando le azioni della Grande G come frutto di una “premeditata decisione di un programmatore”, volte a raccogliere intenzionalmente i dati personali dei cittadini statunitensi.
Gabriella Tesoro