Roma – Sicurezza e riservatezza dei dati trattati nelle reti TLC sono il cuore di un’indagine che il ministero delle Comunicazioni ha avviato nei confronti degli operatori telefonici. In un momento incandescente sul fronte delle intercettazioni l’indagine solleva una notevole attenzione.
Obiettivo del lavoro avviato dal Ministero è “accertare l’eventuale violazione degli impegni su sicurezza delle reti TLC e riservatezza dei dati personali”. L’iniziativa è stata presa – come riferisce un comunicato del ministero – “alla luce dei provvedimenti e delle iniziative assunte dal Garante della Privacy” ed è finalizzata “all’eventuale inosservanza delle condizioni concernenti la sicurezza delle reti e la protezione dei dati personali”.
Ai fini dell’indagine il Ministero ha acquisito i provvedimenti del Garante della privacy del 15 dicembre 2005 e del 20 settembre 2006 .
Si tratta, come si ricorderà, di provvedimenti con cui il Garante ha stabilito due scadenze (l’ultima, quella ritenuta definitiva scadrà più o meno alla fine dell’anno in corso) affinché gli operatori si adeguino alle regole indicate dal Garante stesso, tra l’altro, per “assicurare un livello più elevato di sicurezza dei dati nei flussi informativi tra gestori e uffici giudiziari”.
E questo perché (dal provvedimento di settembre) “dai riscontri forniti all’Autorità dai gestori telefonici è infatti emerso un quadro complessivo che evidenzia una mancata, parziale o ritardata attuazione delle misure prescritte con il provvedimento del dicembre scorso, nel quale era stato fissato un termine di 180 giorni per la loro completa adozione, termine scaduto nelle scorse settimane”.
Uscendo dal burocratese, dunque, se portata fino in fondo l’indagine potrebbe far emergere dettagli ancora più inquietanti su come sia stato considerato fin qui il diritto alla riservatezza del cittadino nelle proprie comunicazioni private.
D.B.