La Competition and Markets Authority (CMA) del Regno Unito ha comunicato di aver accettato gli impegni presi da Google, chiudendo quindi le indagini avviata a gennaio 2021 sull’iniziativa Privacy Sandbox. L’autorità antitrust terrà “occhi aperti” sull’azienda di Mountain View per verificare il rispetto delle promesse. Google non può tuttavia cantare vittoria perché alcuni editori hanno chiesto l’intervento della Commissione europea.
Privacy Sandbox: indagine in Europa?
Privacy Sandbox è l’iniziativa avviata da Google per sviluppare una soluzione alternativa ai cookie di terze parti che, in base alla roadmap attuale, non verranno più supportati da Chrome a partire dalla seconda metà del 2023. Editori e inserzionisti pubblicitari hanno criticato questa decisione perché l’eliminazione dei cookie di terze parti impedirà il tracciamento e quindi le campagne di advertising personalizzate. Ciò potrebbe ridurre la concorrenza e rafforzare la posizione dominante di Google.
In seguito all’avvio dell’indagine, l’azienda di Mountain View aveva promesso modifiche in due occasioni (giugno e novembre 2021). Sulla base delle ultime promesse, la CMA ha chiuso l’indagine, sottolineando però che vigilerà sul rispetto degli impegni. In caso di inosservanza, l’indagine può essere riaperta.
Almeno per il momento, Google ha trovato quindi l’intesa con l’autorità antitrust del Regno Unito. Ma il Regno Unito non è più in Europa, quindi l’accordo non si estende automaticamente a tutti i paesi. Diversi editori tedeschi hanno chiesto l’avvio di un’indagine antitrust con l’obiettivo di bloccare l’iniziativa Privacy Sandbox. La Commissione europea aveva già avviato un’indagine sulle condotte di Google nel settore del display advertising, includendo anche la Privacy Sandbox (Google cercherà di trovare un accordo).
Nel frattempo, Google ha deciso di abbandonare la tecnologia FLoC (Federated Learning of Cohorts), avviando lo sviluppo delle API Topics, come alternativa ai cookie di terze parti.