Nonostante le rassicurazioni di Google, Privacy Sandbox non verrà sicuramente appoggiata dagli editori tedeschi. Alex Springer (proprietario di Bild, Politico e Business Insider) e altre aziende del settore hanno chiesto l’intervento della Commissione europea per bloccare l’entrata in vigore dell’iniziativa prevista nel corso del 2023.
Google deve consentire i cookie di terze parti
Privacy Sandbox è il nome del progetto avviato da Google nel 2019 con l’obiettivo di trovare un’alternativa ai cookie di terze parti. Una delle proposte, denominata FLoC (Federated Learning of Cohorts) ha ricevuto numerose critiche da software house concorrenti, editori e inserzionisti pubblicitari. L’azienda di Mountain View ritiene che sia una soluziona valida per garantire la privacy, senza danneggiare il settore dell’advertising.
Secondo gli editori tedeschi, la funzionalità che verrà introdotta in Chrome avrà ripercussioni sui profitti perché non consente di analizzare le preferenze degli utenti durante la navigazione online. Google invece potrà raccogliere grandi quantità di dati a beneficio del suo business basato sulle inserzioni.
Editori e inserzionisti tedeschi chiedono di avviare un’indagine antitrust che potrebbe portare ad una sanzione fino al 10% dell’entrate globali. Una simile indagine è stata avviata a gennaio 2021 dalla Competition and Markets Authority (CMA) del Regno Unito per verificare se l’iniziativa di Google possa ostacolare la concorrenza.
Google ha rilasciato la seguente dichiarazione:
Molte altre piattaforme e browser hanno già interrotto il supporto per i cookie di terze parti, ma Google è l’unico a farlo apertamente e in consultazione con gli organismi di standardizzazione tecnica, le autorità di regolamentazione e l’industria, proponendo anche nuove tecnologie alternative.