L’iniziativa Privacy Sandbox, annunciata da Google quasi due anni fa, ha innescato le proteste degli inserzionisti pubblicitari e l’avvio di indagini da parte delle autorità antitrust. L’azienda di Mountain View ha ora preso alcuni impegni con la CMA (Competition and Markets Authority) del Regno Unito, promettendo di non ostacolare la concorrenza.
Privacy Sandbox: nessun vantaggio per Google
Come è noto, lo scopo dell’iniziativa Privacy Sandbox è trovare una soluzione alternativa ai cookie di terze parti, evitando il tracciamento degli utenti durante la navigazione. La scelta di Google è caduta sulla tecnologia FLoC (Federated Learning of Cohorts), i cui test sono stati avviati in Chrome a fine marzo, nonostante le numerose critiche ricevute (DuckDuckGo e altri browser basati su Chromium hanno bloccato FLoC).
La CMA aveva avviato un’indagine a gennaio per verificare un eventuale abuso di posizione dominante da parte di Google e quindi un ostacolo alla concorrenza, chiedendo modifiche alla Privacy Sandbox per risolvere le problematiche evidenziate. Oggi Google ha comunicato gli impegni che verranno attuati in tutto il mondo, se accettati dalla CMA.
L’azienda di Mountain View promette innanzitutto una maggiore trasparenza, ovvero la condivisione dei risultati dei test effettuati durante lo sviluppo delle proposte (quindi non solo FLoC). Google promette inoltre che, dopo aver eliminato il supporto per i cookie di terze parti da Chrome, non userà nessuna tecnologia per tracciare i singoli utenti (ad esempio tramite l’accesso alla cronologia di navigazione).
Inoltre, le proposte di Privacy Sandbox non daranno nessun vantaggio preferenziale ai servizi di Google, quindi non ostacoleranno la concorrenza. La CMA avvierà ora una consultazione (fino all’8 luglio) con le terze parti interessate e deciderà se accetterà o meno gli impegni di Google.