Google ha annunciato ieri l’iniziativa Privacy Sandbox per Android. L’obiettivo dell’azienda di Mountain View è trovare una soluzione che permetta agli sviluppatori di ottenere profitti dalle inserzioni presenti nelle app gratuite, ma senza condividere i dati degli utenti con terze parti. Le quattro proposte iniziali sono descritte sul sito dedicato, una delle quali viene attualmente testata come alternativa ai cookie su Chrome.
Privacy Sandbox per Android: quattro proposte
Gli sviluppatori potevano finora sfruttare un identificatore (ID pubblicità) per creare un profilo degli utenti Android e quindi visualizzare inserzioni personalizzate nelle app. Da fine 2021, questo identificatore è stato rimosso su Android 12 e sostituito da una stringa di zeri. La novità verrà estesa a tutti i dispositivi dal mese di aprile attraverso un aggiornamento dei Google Play Services.
Con l’iniziativa Privacy Sandbox per Android è prevista l’introduzione di un sistema completamente differente. La soluzione migliore verrà scelta insieme a sviluppatori, inserzionisti e autorità antitrust (come avvenuto nel Regno Unito per Chrome). Google ha pubblicato le prime quattro proposte, per le quali attende i feedback dalle parti interessate.
La prima proposta, denominata SDK Runtime, prevede l’introduzione di una nuova funzionalità in Android 13 che consente l’esecuzione del codice di terze parti (advertising SDK) in un ambiente runtime dedicato per garantire la raccolta dei dati e la privacy allo stesso tempo. Oggi il codice relativo alle inserzioni viene eseguito all’interno della sandbox dell’app, quindi eredita gli stessi privilegi e permessi.
Le altre tre proposte appartengono alla categoria “Privacy-preserving API”. Topics funziona in modo simile alla corrispondente versione per Chrome, quindi vengono mostrate inserzioni pubblicitarie basate sugli interessi. Questi ultimi vengono identificati dalle app installate su Android, invece che dalla cronologia di navigazione.
FLEDGE permette invece la visualizzazione delle inserzioni in base al “pubblico personalizzato” definito dallo sviluppatore e alle interazioni con la sua app. Le informazioni sono conservate sul dispositivo, senza condivisione con terze parti. Infine, le API Attribution Reporting consentono la misurazione e l’ottimizzazione delle performance (conversioni), limitando la condivisione dei dati degli utenti. Tutte le soluzioni proposte sono parte di Android Open Source Project.