L’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha presentato la Relazione annuale che fotografa l’attuale livello di protezione dei dati degli utenti italiani .
L’Authority composta da Antonello Soro, Augusta Iannini, Giovanna Bianchi Clerici, Licia Califano, ha così avuto modo di sottolineare come abbia assunto nell’ultimo anno diversi impegni per tutelare la privacy dei cittadini, intervenendo a tutela della trasparenza da garantire agli utenti dei servizi di messaggistica, anche vocale, sul modello di consenso per l’uso dei cookie da parte degli utenti, dettando nuove regole per proteggere la privacy su smartphone e tablet, rafforzando il concetto di diritto all’oblio e il diritto delle persone interessate a vedere aggiornati gli archivi giornalistici online, tutelando con nuovi strumenti gli abbonati telefonici contro il telemarketing aggressivo, (con prescrizioni e sanzioni adottate nei confronti di società che operano nel settore e nuove regole nei confronti dei call center delocalizzati nei paesi extra-UE e contro le cosiddette “telefonate mute”); infine, intervenendo con nuove regole per le società di Tlc di comunicare eventuali violazioni subite dai database (quei casi definiti “data breach”).
Per quanto riguarda l’applicazione delle leggi, le violazioni amministrative contestate sono state 850, in aumento rispetto all’anno precedente (578): in gran parte si tratta del trattamento illecito dei dati in concomitanza con attività di telemarketing e di uso dei dati personali in parziale o totale assenza di consenso. Alcune delle azioni riguardano poi l’eccessiva conservazione dei dati di traffico telefonico e telematico (la cosiddetta data retention, una disciplina che peraltro è in attesa di aggiornamenti ).
Sul fronte dell’e-government e della trasparenza dei lavori della PA e del loro rispetto dei dati degli utenti, l’Autorità ha preso una serie di provvedimenti nei confronti di decine di Comuni che avevano pubblicato sul web dati sanitari dei cittadini e, di recente, sono state adottate le Linee guida sulla trasparenza online .
In totale le sanzioni riscosse ammontano a oltre 4 milioni di euro e nel dettaglio, la multa più alta è quella da un milione di euro ai danni di Google per il servizio Street View. Sempre nei confronti di Mountain View il Garante ha intrapreso un’azione, in coordinamento con le altre Autorità europee, per le nuove regole privacy adottate.
Antonello Soro ha dichiarato che “I giganti di Internet tendono ad occupare in modo sempre più esclusivo ogni spazio di intermediazione tra produttori e consumatori, assumendo un potere che si traduce anche in un enorme potere politico. Un potere sottratto a qualunque regola democratica”. Ma d’altronde, ha dichiarato anche, che “se è vero che l’equilibrio tra tecnologie a tutela dei diritti fondamentali nello spazio digitale deve trovare un’efficace risposta ultra-statuale, è altrettanto vero che quanti hanno responsabilità e poteri hanno anche il dovere di mettere in campo impegno e determinazione per contrastare le distorsioni del sistema”.
D’altra parte fa ben sperare la volontà manifestata dalle grandi imprese dell’ICT come Google e Facebook di riformare, in dialogo con le autorità locali, le proprie regole sulla privacy.
Al contrario, il Garante italiano per la privacy si è detto deluso per lo scarso impegno dei Governi nazionali nell’approvazione del nuovo regolamento europeo in materia di protezione dei dati, “occasione perduta – dice ancora Soro – per dotarsi di un solido quadro legislativo capace di rappresentare un ineludibile punto di riferimento globale”. E, in questo senso, le fila della questione saranno tirate probabilmente con l’occasione della presidenza italiana del semestre europeo : un momento che guadagna sempre più importanza per le questioni digitali che interessano a Roma.
Claudio Tamburrino