Il Parlamento irlandese ha approvato un emendamento al Courts and Civil Law (Miscellaneous Provisions) Bill 2022 che vieta la pubblicazione di informazioni sui procedimenti avviati dalla Data Protection Commission (DPC). Secondo Max Schrems e altri difensori della privacy, questa modifica rappresenta un bavaglio alla libertà di espressione. Anche evidenziare i comportamenti scorretti delle Big Tech potrebbe diventare un reato.
Gravi conseguenze per gli utenti
L’emendamento, che aggiunge la nuova sezione 26A al Data Protection Act del 2018, proibisce la pubblicazione di informazioni confidenziali relative ai provvedimenti avviati dalla Data Protection Commission (DPC). Secondo Max Schrems dell’organizzazione noyb, il Parlamento irlandese ha introdotto questa modifica per assecondare le Bit Tech e impedire a giornalisti o difensori della privacy di informare gli utenti.
Se approvato (la votazione è prevista mercoledì), l’emendamento impedirà di fornire al pubblico informazioni sui procedimenti in corso e sulla pratiche scorrette delle grandi aziende. In pratica, le uniche informazioni dovranno arrivate direttamente dal garante irlandese oppure deve essere chiesta l’autorizzazione alla divulgazione. L’avv. Max Schrems ha più volte evidenziato l’eccessiva lentezza della DPC e la “collaborazione” con le Big Tech, come avvenuto nel caso dell’uso dei dati senza consenso su Facebook, Instagram e WhatsApp.
Il GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati) limita i doveri di riservatezza ai dipendenti del garante, mentre giornalisti, attivisti e avvocati possono parlare e scrivere liberamente sui procedimenti. L’emendamento consente solo di comunicare che una denuncia è stata presentata, ma non di svelare dettagli successivi, senza il permesso dell’autorità.
Apple, Google, Meta e altre Big Tech hanno sede legale in Irlanda (per motivi fiscali), quindi le denunce devono essere presentate alla DPC. Tuttavia la documentazione sui procedimenti in corso deve essere inviata ai garanti della privacy che operano nei paese dei denuncianti. L’emendamento potrebbe impedire lo scambio di informazioni considerate confidenziali. Max Schrems e Irish Council for Civil Liberties (ICCL) chiedono ai parlamentari di bocciare la modifica proposta dal Ministro della Giustizia James Browne.